Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      tanilosi d'essere astretto a lacerare lo editto di Roncaglia, acquistava sei lunghi anni di tregua per racconciare il freno alle indomite cervici de' sudditi ribelli. Difatti, appena partiti i suoi nunzi, mandò segretamente al pontefice, Goffredo suo secondo cancelliere, il vescovo di Chiaramonte e lo abbate di Bonavalle per avvertirlo d'avere studiosamente parlato a quel modo, ma in verità per il bene della chiesa e lo affetto riverente che egli portava ad Alessandro, assentiva alla proposta, purché il pontefice assentisse ad una sua dimanda che non verrebbe a lui rivelata, ma a due cardinali da lui scelti, ed ove questi la dichiarassero accettabile, il papa la dovesse senza discussione concedere. Alessandro acconsentì ed elesse il vescovo d'Ostia e il cardinale Teodino; ma come costoro, esaminata la richiesta, reputaronla ragionevole, egli, quasi si rimproverasse d'incauto, sospettando un nuovo inganno, •ordinò si rivelasse a lui la petizione. Il cancelliere, sdegnatosi della instabilità d' animo del pontefice, fece subito ritorno al proprio signore: ma gli altri due legati che erano uomini di chiesa, palesarono al papa la petizione nella quale lo imperatore domandava il godimento per quindici anni de'beni della contessa Matilde, dopo il quale spazio di tempo le ragioni della Chiesa e dello impero intorno al possesso perpetuo di quei beni, verrebbero rimesse al giudicio degli arbitri. 11 papa tosto piegossi; e Federigo, che forse aveva immaginati altri disegni, e cercava occasioni di rompere ogni pratica d'accordo, non gradì la risposta tanto che i due suoi nunzj, allora conciliatisi con Alessandro, lo scongiurarono a concludere sollecitamente ove non volesse vedere rotte senza rimedio tutte le vie di concordia a cagione de' tristissimi uomini elio soffiavano nel! animo del principe a riaccendervi la mal sopita ira feroce. Il pontefice gli permise di venire a Chioggia, à sole quindici miglia da Venezia, e non muoversi senza sua espressa licenza.
      Federigo si condusse a Chioggia. Sperava di andare a Venezia prima della conclusione della pace, per atterrire con la sua presenza il congresso e dettare il trattato. I suoi emissarj quindi si posero a commuovere la veneta plebe. Certi demagoghi ragunarono numero grande di popolo nella chiesa


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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