Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      battaglia più presto che salvarsi cedendo; un'altra, formata di trecento giovani delle più insigni famiglie, aveva parimente giurato di starsi a difesa del carroccio e lasciarsi ammazzare lì presso anzi che abbandonarlo. L'ira di Federigo che essi, memori del passato sterminio della loro patria, avevano ragione di temere, accendeva ne'loro cuori quel più che umano coraggio il quale spregia il numero degl'inimici e gli affronta con impeto che pare temerità. Presero adunque la via che conduce al lago maggiore, e sostarono presso Borsano e Busto Arsizio nei piani che partono l'Olona dal Ticino. Mandarono settecento cavalieri per ispiare qual cammino tenesse lo esercito imperiale; a tre miglia si videro difaccia trecento Tedeschi. Si avvicinano, si affrontano, quand'ecco sopraggiunge tutto lo esercito nemico, e costringe i nostri a retrocedere verso il campo, inseguiti furiosamente dalla cavalleria. I Milanesi si prostrano in un subito a terra, fanno breve preghiera a Dio, a San Pietro, a Sant' Ambrogio, rinnovano il giuramento di morire, e corrono intrepidamente incontro all' oste tedesca. I nemici fecero impeto nell' ala sinistra dell'esercito italiano, formata quasi tutta de'militi di Brescia, i quali in prima lo sostennero arditamente, ma tosto furono costretti a cedere, e taluni, credendosi perduti, fuggirono fino a Milano;1 e Federigo che col brando sguainato combatteva in mezzo alla mischia, spinse i suoi fin presso al carroccio. Lo accerchiarono i prodi facendovi de' loro petti un saldissimo muro; ma stavano quasi per essere soverchiati dal numero infinito degl' inimici che parevano tutti corsi a furia in quel punto, allorquando i militi della compagnia della morie, vedendo in pericolo il sacro palladio del comune, ripeterono alto il giuramento di morire per la patria, rianima-ronsi e dettero con indicibile urto contro lo esercito tedesco, lo sgominarono, lo ruppero atterrando lo stendardo imperiale e uccidendo il cavallo allo imperatore che cadde confuso tra
      1 « Imperatori vero milites , qui erant ex una parte juxta Carroce-rum, fugavit, ita quod fere omnes Brixienses et de eeteris pars magna fuge-runt usque Mediolauum, et pars magna de melioribus Mediolanensibus fu-gerunt. » Ciò dice Sire Raul, scritturo repubblicano , e quindi in ciò punto sospetto: giustizia a tutti.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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