Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro terzo.
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      scambievole restituzione (li tutti i prigioni di guerra. L'imposto accordo non piacque nò agli uni, nè agli altri; ma dovettero piegarsi al cenno di lui, che sebbene umiliato dalle armi della lega, minacciava, ed era uomo da mantenere il già detto.
      XLVIII. Gl'imperiali commissarj furono solleciti, più di quanto Federigo sperava, a ragunare gente. I feudatari, forse mossi dal pericolo in cui versava la dignità dello impero, tuttoché dopo venti e più anni di guerra bramassero posare, accorsero numerosi; e guidati da Wichmanno di Magdeburgo e da Filippo di Colonia, dopo la Pasqua si mossero verso Lombardia. Non potendo valicare il passo dell'Adige difeso da'Veronesi, processero per le alpestri vie de'Grigioni, e sbucarono in Italia verso il Lago di Como. Quivi li venne ad incontrare, partendosi certamente da Pavia e traversando le terre milanesi, Federigo; il quale, congiunto il nuovo esercito coi Comaschi, si volse contro Legnano, castello nel contado del Seprio. I Pavesi dovevano raggiungerlo condotti dal Marchese di Monferrato, che aveva già ne' suoi stati ra-gunato buon numero di combattenti.
      I primi esposti agli assalti degl'imperiali erano i Milanesi, i quali, avendo già saputo degli apparecchi bellicosi che Federigo faceva oltremonti, s'andavano sollecitamente apparecchiando anch' essi, e nel gennaio avevano fatto rigiurare i confederati di apprestare pronto soccorso. Nè questo mancò allatto; ma non si aspettando con tanta prestezza la discesa degl'inimici, i comuni non poterono mandare tutto il pattuito contingente. Nondimeno come i Milanesi seppero che Federigo era presso Como, ragunarono tutte le loro milizie, dividendole in sei scffiere, ciascuna delle quali seguiva il vessillo d'una delle porte, ed uscirono in campo. Si congiunsero loro cinquanta Lodigiani, circa dugento tra Novaresi e Vercellesi, dugento Piacentini, la cavalleria di Brescia, di Verona e di tutta la Marca di Treviso; i pedoni erano rimasti a guardia delle città.1 Fra le coorti della cavalleria di Milano erane una che volle chiamarsi della morte, perchè i novecento guerrieri che la componevano, avevano fatto sacramento di morire in
      1 Sire Raul , Ve Rebus Gestis Frider.
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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