Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro te11zo.
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      costumi, ma pessima per sè ed a cose pessime oonfortatrice iri tempi di civiltà corrotta ; se non che la natura avendola costituita con sensi squisiti e velocissimi a sentire, un esempio, una parola che le vada alla parte netta del cuore, vale a spingerla con incredibile rapidità a cose egregie che la redimano e la rifacciano bella. Una nobile donna verso la porta Balista, recando in braccio il suo lattante, vede un guerriero che giace a terra prosteso; gli chiedo che cosa egli abbia. Colui protendendo il collo e movendo appena le labbra inaridite, risponde essere consunto dalla fame. « Sono quindici giorni » ella disse allora « che non mi nutro se non se di cuoio bollito; se vuoi, appressa il labbro al mio petto, suggi forte e se puoi trovarci qualche goccia di latte, ti ristora. » Alla generosa offerta ficca gli occhi quel misero nello squallido viso della nobile donna, la riconosce, vergogna di sè, e corre a morire in battaglia dopo avere stesi esanimi a terra quattro nemici.
      Nè il magnanimo esempio fu solo. Mentre i guerrieri sostenevano la pugna della fame dentro, e l'impeto de'satolli imperiali fuori, le gentili donne anconitane ragunatesi dicevano agli estenuati eroi : « Forse le carni de' giumenti sono più saporite delle nostre? Mangiate dunque di noi, o gettateci in mare, poiché è per noi minor male morire incontaminate, che cadere nelle ugna di quella immonda soldatesca. » 1
      XLIV. Mentre la sconsolata città rassegnatamente sosteneva cotanto strazio, lo ambasciatore costantinopolitano che ivi trovavasi, con lunga e calda orazione promettendo loro vicino il soccorso, riaccendeva il fuoco della speranza nel cuore di quegli infelici; i quali erano ridotti a sostenere la furia delle armi non solo, 1' astuzia altresì e le arti subdole con che lo arcivescovo voleva ingannarli. Costui temendo lo arrivo delle milizie di Guglielmo e d' Aldruda foggiò una lettera nella quale i legati anconitani raccontando come i Lombardi non ardissero concedere ajuti, e la contessa non volesse mantenere la fede data, scongiuravano i loro concittadini ad arrendersi per evitare lo sterminio della patria. Gli
      * Iilem, cap. 11.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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