Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TE11ZO.
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      la chiesa, faceva porre da canto la lite della sovranità feudale che essa pretendeva esercitare sul reame normanno. Nondimeno gli venne fatto d'impedire che le città dell' Italia centrale aderissero alla lega, la quale, come dicemmo, andava propagandosi giù perla Romagna. Lo imperatore costantinopolitano non ismetteva i suoi raggiri in Italia per ottenere la corona. Aveva mandato ad offerire danari ai Milanesi che ne avevano d'uopo per lo inalzamento delle mura. Aveva data una sua nipote in isposa ad Ottone Frangipane; ed ora faceva pratiche con la repubblica di Genova. Erano quivi arrivati con gran copia di danari1 gli ambasciatori del Comneno, allorché Federigo, per isturbare ogni accordo, vi mandò nel 1171 Cristiano arcivescovo di Magonza cancelliere dello impero. Traversando le contrade lombarde fin presso ad Alessandria, giunse a Genova dove fu accolto con grandi onorificenze. Di che sdegnati i Lombardi, fu dai rettori della lega inibito a chiechesifosse di portare grani ai Genovesi, i quali, a cagione di così fatto divieto, patirono una angosciosa carestia. I Pisani, appena s'accòrsero che nelle faccende della Sardegna lo arcivescovo di Magonza col velo della giustizia favoriva i loro rivali, spedirono legati a Costantinopoli; che, ritornati sollecitamente insieme con gli ambasciatori greci, conclusero alleanza con l'imperatore Emmanuele, il quale riconcesse loro le antiche franchigie de'porti, obbligandosi — cosa strana a credersi come quella che ha sembianza di tributo feudale— a pagare per quindici anni cinquecento bi-santi, o bizantini d'oro, e due tappeti al comune, e quaranta bizantini e un tappeto allo arcivescovo.
      XXXVIII. Appena ebbe nuova di tale alleanza Cristiano di Magonza, da Genova corse a Pisa, e vi fu accolto con gli onori dovuti ad un luogotenente di Federigo. Che arti usasse è ignoto, certo non la violenza che a sè avrebbe recato periglio, al suo signore nocumento grande. Vero è che convocò , una dieta de' feudatari imperiali e de' consoli di tutte le città di Toscana, di Romagna, delle Marche, dell'Umbria, con intendimento di pacificare i Genovesi, i Pisani e le città che
      • « Cinqnantaselmila , oppur ventuttomila perperi, monete d'oro de'Gre-ci. ¦ Muratori all' anno M70.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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