Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      dio, rio ve redo, Marengo, Solerà, Olivia e d'altre terre propinque, dettero loro i privilegi di libero comune, la cinsero di mura e di fosso; e perchè la fretta era grande e i materiali mancavano, copersero di paglia i tetti delle case, onde i Pavesi per ischerno presero a chiamarla Alessandria della paglia, soprannome che conservò poi sempre. I consoli Na-lisco Bianco e Guglielmo da Bergamonte andarono poscia ad offrire la città al papa, il quale, circa sette anni dopo la edificazione, v' istituì un vescovato. Ma innanzi questo tempo la popolazione v' era tanto cresciuta che in meno d' un anno aveva di suo quindici mila uomini atti alle armi. Maravigliati a tanta prosperità vari comuni della Romagna avevano aderito alla lega ; ma Genova rimaneva sempre fida allo imperatore; il quale la sosteneva contro Pisa nella interminabile contesa della Sardegna, quantunque vuoisi che i Genovesi non solo plaudissero alla edificazione d'Alessandria, ma vi mandassero ampli soccorsi di danaro. La tregua fra le due città erasi rotta nel 1165; la guerra si riaccese più feroce che innanzi : ed oggidì l'animo si addolora nel raccontare i sanguinosi fatti di due città sorelle, fatti nei quali la insania ti muoverebbe a riso se le frequenti carnificine non ti costringessero a lacrimare sulla umana tristizia. E pero noi tacendo il racconto delle cose che non ebbero influenza diretta nella grande contesa tra i liberi comuni e lo impero, diremo soltanto , come nel 1168 i Genovesi collegatisi ai Lucchesi andarono a porre 1' assedio al castello d' Asciano, ed avendolo espugnato, i Pisani accorsero tosto, ma rimasero sconfitti, lasciando molti prigionieri che furono mandati nelle carceri di Genova. Riavutisi da questa sciagura, quei di Pisa strinsero alleanza con le genti della Garfagnana e della Versilia, e mentre le due parti s'erano mutate in carnefici combattendosi per terra, percorrevano i mari a guisa di pirati dandosi scambievolmente la caccia.
      XXXVII. Mentre queste cose seguivano, Federigo teneva sempre fitto il suo pensiero all' Italia. L' antipapa Pasquale era morto; la fazione imperiale gli aveva dato un successore che assunse il nome di Callisto III. Forse un indugio sarebbe piaciuto al Barbarossa, il quale, oramai forte persuaso che


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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