Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TE11ZO.
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      drone del mondo! —nella Borgogna, donde finalmente si ridusse in Germania: e con lui parve sparire dalla penisola la dominazione tedesca. I comuni della lega esultarono come ad un vero trionfo, e provvidi dello avvenire, pensarono ad estirpare dalle radici la parte imperiale, domando le città e i feudatarj fedeli al Barbarossa.
      XXXVI. Forse egli non era per anche uscito d'Italia allorché i Milanesi, Lodigiani, Bresciani, Novaresi e Vercellesi dettero addosso al conte di Biandrate; il quale in ricompensa di avere abbandonata Milano e d'essersi venduto a Federigo, era stato dalle costui largizioni immensamente arricchito e reso potentissimo. Biandrate fu presa e spianata dalle fondamenta, gli ostaggi liberati, la gente tedesca che la presidiava, uccisa, salvo pochi de'più cospicui, che vennero dati in piena balia alla vedova dell' ucciso cittadino di Brescia. Caduta Biandrate, tutte le città e i signori fidi al tedesco, piegarono, e reputaronsi bene avventurati se ottennero di essere ammessi alla lega, la quale si consolidò mirabilmente. L'autorità imperiale nell' alta Italia non veniva riconosciuta se non da Pavia e dal marchese di Monferrato : imperciocché anche Obizzo Malaspina, che era stato cosi caldo sostenitore di Federigo, l'aveva abbandonato, e come quello che nelle cose di guerra e in quelle di governo era espertissimo, ottenne appo gli alleati insigne reputazione e fiducia tanta da diventare parte principalissima della lega. Forse per consiglio di lui, a fine d'impedire ogni comunicazione tra i Pavesi e il Monferrato, i comuni della lega, invece di rifortificare la due volte distrutta Tortona, fecero pensiero di edificare una città in una vasta pianura al confluente del Tanaro e della Bormida, che per esservi la terra argillosa e disadatta a porvi il campo nella stagione invernale, riesciva malagevole l'occuparla; il che avveniva parimenti nella state per gì' insopportabili calori che esalavano quelle pianure nude d'alberi e infocate dai raggi del sole. Adunque nel primo giorno del maggio 1168 quei di Milano, Cremona e Piacenza si condussero in quel luogo e posero le fondamenta della nuova città, che dal nome di Papa Alessandro, sostegno della confederazione, chiamarono Alessandria. Condussero ad abitarla le genti di Gamon-
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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