Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      XXXV. Le riferite cose seguivano in Italia sotto gli occhi medesimi di Federigo, il quale oltre allo starsi in continuo pericolo era costretto a patire lo insulto di un' aperta ribellione costituita ed ordinata con forme legali. E allorché nella ebbrezzadell'ira fece crudelmente strappare gli occhi ad un nobile pavese, la città tutta si mise a romoreggiare: onde egli pensò di partirsi, e con tanto silenzio e cautela che gli stessi Lombardi a lui fedeli non lo seppero se non quando egli era di là dalle Alpi, le quali non potò valicare senza gravissimo pericolo. Imperciocché avendo, come fu giunto a Susa, fatto impiccare un gentiluomo bresciano, questo atto di crudeltà empì di tanto orrore i cuori de' Susani, che cercarono di ammazzarlo, in guisa eli' egli non potè salvarsi se non lasciando a giacere nel proprio letto un tedesco ch'era a lui somigliante, e rendendo liberi tutti gli ostaggi che menava seco in Germania. Fatto credibilissimo; se non che, essendo riferito da uno scrittore tedesco,1 ed essendo costumo de'Tedeschi di que'tempi dipingere gl'Italiani come assassini, va messo in dubbio. Per ridursi adunque oltralpe non gli rimaneva altro passo che gli stati di Alberto conte di Morienna e signore della Savoja. Costui, a quanto sembra, per avere riconosciuto papa Alessandro, era stato spogliato da Federigo di parecchie possessioni; e dopo non brevi negoziati per mezzo del marchese di Monferrato suo congiunto, che gli promise non solo la restituzione de'beni tolti, ma monti d'oro2 e la grazia imperiale in perpetuo, gli concesse il passo, e il Barbarossa vagando per quegli alpestri dirupi in sembianza di fuggitivo, giunse con pochissimi familiari — egli dianzi festeggiato e gridato in Boncaglia nuovo Augusto, pa-
      mentum sub praecepto Rectorum illius Civitatis, ubi inoratur reus , vel sub praecepto Judicis , quem ipsi elegerint. Et si aliquod commodum niilti evenerit causa aticujus Civitalis nobis adjungcndac, seti alicujus gentis vel bominis, scrvabo iliud ad communem utilitatem omnium suprascriptorum Locorunt. Et hoc atteodam, doncc ero in hoc meo praescnti regimine.
      Millesimo Centesimo Sexagesimo Scptimo, I'rimo dio Mensis Decembris Indictione XV. » — Muratori Antiq. Dis. LXVIII.
      1 Otto de Sancto Biasio , Chronicon.
      8 «......montes aureos et cum honore et gloria imperii gratiam sem-
      pitcrnam. » Sono parolo di Tommaso di Canturbery, che era nemico al Barbarossa.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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