Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      2ÓGSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      fra tutti, affrontavano il pericolo di scuoterlo; lo ardore fratricida che gli aveva condotti sotto le mura di Milano pareva essersi sepolto sotto le rovine di quella nobilissima terra. Federigo se ne accorse, e si convinse essere demenza per allora tentare una impresa cbe sarebbe potuta riuscire oltremodo disastrosa; e coprendo la sua fuga eoli' onorato nome di ritirata, si ridusse alla fida Pavia. Quivi si pose a far pratiche per saggiare la fedeltà de'popoli amici, concedendo pri-vilegj alle città, come fece con Ferrara e con Mantova. Ma non era più tempo : un fremito sordo e spaventevole, come quello che agita i profondi abissi dell' oceano innanzi lo scoppio della tempesta, correva per tutte le terre lombarde: ond'egli, dopo d'avere partite le sue genti alemanne a presidiare le castella de' più fidi baroni, verso il settembre passò frettolosamente in Germania a raccogliere nuove milizie, a fine di fare sollecito ritorno in Italia; massime che allo arrivo di papa Alessandro negli stati del re di Sicilia, aveva temuto che Pasquale III diventasse inutile spauracchio. Fidava alcun poco nell'alleanza col senato romano; ma l'ebbrezza della regia superbia non l'aveva poi tanto accecato da non fargli conoscere che principe e repubblica essendo irreconciliabili nemici, se per poco il bisogno li stringa per utilità comune, il più lieve pretesto rompe quello innaturale vincolo, e li rende più che prima avversi. E davvero la orrenda storia dello eccidio milanese che correva per tutta l'Italia, non era argomento da porre ne' cuori de' Romani la speranza che Federigo volesse tutelare la salvezza della repubblica loro : i Romani temevano ed ondeggiavano; e difatti fu agevole al vicario apostolico riconciliarli, conforme fu raccontato di sopra, con papa Alessandro.
      XXXI. Lo imperatore in Germania trovò guerra tra la casa Ghibellina e la Guelfa ; ma alla dieta di Ulma smorzò le ire e ricompose gli animi. Il suo pensiero era volto alla Italia. Mentre adunque sollecitava i principi e tutti i feudatari dell' impero a raccogliere genti e seguirlo, convocò un concilio o dieta a Virtzburgo : vi accorsero soli quaranta vescovi alemanni, i quali, intimiditi—affermano i cronisti ostili allo impero— riconobbero per vero papa Pasquale. A quella dieta


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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