Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TEìtZO.
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      mino : come egli comparve, la turba cadde a terra implorando mercè perchè riavesse i beni e la patria : era notte e dirottamente pioveva ; la natura col suo lutto pareva accompagnare il pianto di quelle infelicissime genti. Lo imperatore simulò o veramente sentì compassione, non volle profferire sentenza sulle sorti loro, e deputò l'arcivescovo di Colonia suo cancelliere perchè provvedesse come era convenevole. L'arcivescovo comandò che mandassero deputati a Monza, dove avrebbe data risposta. Ci andarono dodici di ciascun borgo, e udite le loro querele per le oppressioni che sostenevano, e le preghiere con le quali domandavano i rapiti poderi, chiese loro qual cosa essi darebbero allo imperatore in compenso della grazia clic imploravano. I Milanesi non sapevano intendere come dopo di essere stati ridotti alla più spaventevole miseria, si pretendesse cosa alcuna da loro. Protestarono invano, addussero ragioni evidentissime, piansero amaramente, ma furono costretti a pagare ottocento ottanta lire imperiali ;1 somma enorme per la povertà estrema in cui tribolavano. Così furono felicemente compite le speranze che essi avevano poste nella venuta dell' imperatore ! Reso sempre più cieco ed ebro dalla voluttà del potere assoluto, quasi si addormisse sicuro nelle braccia della fortuna come in quelle d' una innamorala, nel lugubre silenzio de'Lombardi, non si accorgeva del cupo ed immenso agitarsi di tutti gli animi, ai quali, tolta ogni speranza di bene, altro rimedio non restava che invocare lo aiuto di Dio, snudare i ferri, e in essi ponendo la propria salute, correre a libertà o a morto santa e gloriosa.
      11 giogo che pesava gravissimo sopra i comuni mostratisi ostili a Federigo, si faceva anche grave per quelli che gli erano stati fedeli, non che sopra tutti i feudatarj e gli altri nobili. Costoro che avevano plaudito alla caduta delle libertà municipali, credevano di ricuperare in integro le antiche loro franchigie. Ma quando si furono accorti che il nuovo diritto imperiale, stabilito nella dieta di Roncaglia, non era una boria di vincitore, tanto meno riducibile ai fatto, quanto si mostrava più stemperata nell' idea, ma era una vera tirannide non com-
      1 Secondo il Giulini (loc. cit) equivalgono a duecentoventinove mila lire milanesi dell'odierna moneta.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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