Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (294/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      251
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      a pensare che l'imperatore volesse davvero dannarla ad uu perpetuo esilio, o forse sperando che tanto pietoso spettacolo valesse a commuovergli il cuore, e lo inducesse a ridarle la patria. Inani speranze! Udite quali furono le sorti supremo della potente Milano. Quel dì stesso o il seguente Federigo apparve conducendo il suo esercito. Entrato per lo spazio della disfatta muraglia, ordinò un generale saccheggio. Poi ragunò un .consiglio, al quale intervennero gl'Italiani a lui fedeli, e loro rammentando che come per tutto il mondo era corsa la fama della ribellione de' Milanesi, così voleva che per tutto il mondo si spandesse il grido della loro pena, chiese quale dovesse essere cotesta pena memoranda. I Pavesi, i Cremonesi, i Comaschi, i Lodigiani risposero doversi infliggere alla ribelle città il gastigo medesimo eli' essa aveva fatto patire a Lodi e Como, cioè doversi distruggere. Tanto servì al Barbarossa perchè profferisse il decreto d'eccidio. Il che fatto, uscì fuori le mura col suo esercito standosi a mirare l'orrendo spettacolo, e godendo che gl'Italiani stessi con fraterna strage esterminassero una città italiana. Partirono fra loro i sestieri; i Cremonesi presero a disfare la porta Romana, i Lodigiani l'Orientale, i Pavesi la Ticinese, la Comasina i Comaschi, la Vercellina i Novaresi, e la Nuova i vassalli del Seprio e della Martesana, i quali tutti avevano pagata una grossa somma di danari al Tedesco perchè consentisse loro 1' ufficio di manigoldi. Dato il segno dello esterminio, appiccano il fuoco", che celeremente si propaga e divora ciò che è capace d'incendio, mentre tutti con indefessa e feroce rabbia guastano e abbattono col ferro gli edilìzi, le mura e le innumerevoli torri; le sole chiese non furono tocche, ma i tesori, gli arredi sacri e le venerate reliquie andarono dispersi; alcuni bastioni per la loro mirabile solidità resistettero ai colpi dei distruttori; i quali resi frenetici dal diletto della lungamente bramata vendetta, quasi ebbri cui il lungo bere accresca l'arsura nelle viscere, in pochissimi giorni operarono una devastazione, a compiere la quale non sarebbero bastati de' mesi.1 La settimana santa sopraggiunse a sospendere l'orrendo esterminio. L'augusto
      1 Olio Morena.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (294/593)






Milano Federigo Italiani Milanesi Pavesi Cremonesi Comaschi Lodigiani Lodi Como Barbarossa Italiani Cremonesi Romana Lodigiani Orientale Pavesi Ticinese Comasina Comaschi Vercellina Novaresi Seprio Martesana Tedesco Morena Partirono