Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TEìtZO.
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      principe tanto si mostri crudo e superbo con un popolo mito o supplichevole, quanto è agevole e benigno con uno che rompa il freno e scuota la cervice con generoso fremito. E però quel medesimo Barbarossa che ai Milanesi, ostinati nella resistenza, erasi già mostrato largo e clemente, a loro stessi chiedenti misericordia rispose orgoglioso: che rifiutava ogni qualunque patto, e che non sperassero grazia se non rendendosi a discrezione.
      Gli oratori recarono alla città la risposta di Federigo; e fu scuoramcnto universale, e fu tumulto ; i pochi animosi invano esortarono il popolo a non cedere e a seppellirsi, quando gli estremi sforzi delle armi tornassero infruttuosi, sotto le rovine della patria diletta ; il popolo nella frenesia della sciagura volle abbandonarsi all' augusta clemenza di un principe che per essere stato offeso e umiliato, serbava in cuore un tesoro di cupo e implacabile odio. Popolo insano I che, come diceva stupendamente l'altissimo poeta,1 spesso grida: Viva la morte, e muoja la vita IXXIV. Ora incomincia uno de' più lacrimevoli spettacoli di cui serbi memoria la storia nostra. Deliberata la resa, si volle tosto mandarla ad esecuzione. Era il dì primo di marzo dell'anno infausto 1162; i consoli milanesi Amizone da Porta Romana, Ottone Visconti, Anselmo dall' Orto, Anderico Cas-sina, Anselmo da Mandeilo, Gottifrcdo Mainerio, Anderico da Donate ed Aliprando giudice insieme con venti nobili av-viaronsi a Lodi. Introdotti al cospetto dello imperatore, gli si prostrarono ai piedi giurandogli la resa della città. Dopo tre dì egli comandò che trecento de'più cospicui militi venissero a fargli riverenza. Ci andarono accompagnati da'consoli e da Guintelino, rinomatissimo ingegnere, e gli deposero ai piedi le spade loro, le chiavi della città e trentasei bandiere del comune, e giurarono anch'essi. Per comandamento di Federigo vennero supplici alla sua presenza tutti coloro che negli ultimi tre anni erano stati consoli, e che ubbidirono seguiti da tutte le milizie di tre porte trascinando il carroccio e cento e più stendardi. Chiudeva il lacrimevole corteo grandissima turba di popolo preceduto dalla croce,
      1 Danio Alighieri.
      Storia dei Comuni italiani. — 1. 25


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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