Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TEìtZO.
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      età eroiche e mezzo barbare: so non che i principi in tutti i tempi sono stati sempre tali, e non uscì mai dalle labbra d'alcun saggio definizione più esatta di quella che circa venti secoli addietro ne dava Catone il Censore.1
      XXIII. Erano trascorsi sei giorni da che le vincitrici falangi di Milano erano state salutate dalla pubblica letizia, allorquando un incendio scoppiato in una casa di Porta Coma-sina, crebbe e si estese sur una terza parte della città, incenerendo tutti gli edifici e la massima parte delle vettovaglie raccolto per la vicina guerra. A molte genti rimaste prive di tetto, e a buon numero di milizie, distrutti i quartieri, fu forza cercare asilo nelle vicine terre ; non poche recaronsi sulle rovine di Crema, e ajutarono i cittadini a rialzarla. La nuova di tanta calamità pervenne gratissima a Federigo, che aveva già fatto pensiero di svernare in Pavia, guardato da arcieri e balestrieri delle città e da'feudatari amici, i quali convocò e fece giurare di raccogliereìed apprestargli milizie per lo assedio di Milano che intendeva condurre nella primavera dell'anno vegnente 1161. In quest'anno seguirono fatti d'arme di lieve momento, de' quali il più notevole fu quello di alcuni Lodigiani fatti prigionieri dai Piacentini.
      Finiti i rigori del verno,cominciarono ad arrivare a Federigo le schiere alemanne condotte da Corrado suo fratello, dal duca di Svevia, dal figlio del re di Boemia, dal Landgravio di Turingia e da parecchi altri grandi baroni dello impero; le quali milizie congiunte alle italiane formavano un esercito di cento mila combattenti. Con esso verso la fine di maggio il Barbarossa entrò nel territorio milanese, e sapendo la città scarsa di provvigioni, fece pensiero di ridurla agli estremi, senza stringerla d'assedio; e quindi per allora si dette a guastare la contrada, ardendo le biade, e tagliando alberi e vigne fin presso alle porte. I cittadini provaronsi più volte di uscire, si scontrarono con l'inimico, ma sempre furono respinti ; ed una volta — se un antico cronista 2 non mente o s'inganna — lo stesso imperatore, spintosi fra mezzo alla mischia e balzato giù dall' arcione, fu presso a rima-
      1 Chi ne abbia voglia. la troverà Della vita che ne scrisse Plutarco.
      a Trist. Cale.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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