Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TEìtZO.
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      fatto di frammettersi e impedire che le sparpagliate milizie si congiungcssero fra loro non che comunicassero con Milano. Difatti le schiere ite ad Ursinico si ridussero nella valle Tessera con Federigo a fronte e i Carcanesi alle spalle senza vettovaglie e impotenti a procacciarsene. Ondeggiavano e disperavano quasi; i consoli conobbero non esservi altra via di salute se non quella di venire alle armi in sull'alba del dì seguente. Ragionato nella notte intorno al modo di affrontare l'inimico, e fatti gli opportuni apparecchi, i sacerdoti si dettero a rincuorare i guerrieri, deliberando di morire anzi che cedere vilmente all'abbonito straniero. Albeggiava appena il giorno ottavo d' agosto, allorquando 1' arcivescovo celebrò la messa e volgendo loro parole che versavano lo incendio ne'cuori, gli fece prostrare a terra, esortolli a confessare a Dio le loro peccata, ed impartì a tutti l'assoluzione. Il che fatto, all'improvviso squillare delle trombo, sorgono le milizie rincuorate e frementi, e corrono alla pugna come alle gioie d'una festa, f Tedeschi non indugiano anch'essi a muoversi ; i due eserciti s'incontrano, s'urtano, si mischiano. Federigo, che comandava le schiere formanti 1' ala sinistra del suo esercito, rompe le milizie milanesi, giunge fin là dove era il Carroccio, ne ammazza i buoi, ne strappa i vessilli, lo precipita in un fosso, e credendosi vincitore si ritira alla sua tenda. Ma nell' ala diritta i cavalieri milanesi e bresciani fanno impeto nelle schiere imperiali quasi tutte di Comaschi e Novaresi, ed accorrenti i villani delie circostanti contrade, le accerchiano, e sgominate, le inseguono fino a Montorfano, mentre cacciano Guglielmo di Monferrato fino ad Anghiera, e ritornano agli accampamenti. Ma come sanno la sconfitta dell' altro corno del loro esercito e l'oltraggio fatto al carroccio, s'infiammano di nuovo furore, e senza concedere la minima posa ai travagli della pugna, volano ad aggredire il Rarbarossa, il quale colpito di subita paura, si salva fuggendo a Como, e di là per porsi in luogo più sicuro ripara nella fortezza di Baradello. I vincitori si dettero a saccheggiare il campo nemico, dove trovarono il tesoro imperiale, che serbarono per lo erario del comune ; fecero molti prigionieri, moltissimi ne uccisero.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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