Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      e tanto maggiormente che vedevano assai scemato lo esercito imperiale, imperocché la espugnazione di Crema avendogli fatto consumare più tempo di quello che Barbarossa immaginasse, lo milizie feudali, fornita la impresa, avevanoco'loro capi fatto ritorno alle patrie contrade. A lui dunque non erano rimasti che i suoi vassalli, i suoi fautori italiani, il duca Ferdinando e i conti palatini Corrado ed Ottone con le loro genti.
      XXII. Federigo non osò con sì poche milizie appropinquarsi alle mura di Milano; però fece pensiero di guastar le contrade, per affamare gli abitanti, e raccolto poi lo esercito, stringerli e finirla per sempre. I Milanesi per opporsi a tanto barbarica devastazione, uscirono incontro al nemico, e soccorsi da una mano di Piacentini, lo incontrarono a San Romano provocandolo a battaglia. Ma il Barbarossa, non avendo forze bastevoli a resistere, retrocesse verso Pavia determinato di difendersi più presto che di offendere. I Milanesi, vantaggiandosi della forzata inazione di lui, posero ogni studio a domare o distruggere quelle terre o castella, che, fedeli a lui, sarebbero state loro dannose nella guerra imminente. Dopo avere vanamente tentato di piombare improvvisi sopra Lodi, si volsero ad espugnare il castello di Carcano, che sorgeva forte per postura e munito per arte nel territorio comasco. Nel luglio adunque del UGO le milizie delle porte Nova, Comasina e Yercellina, aiutate dai Bresciani andarono a porvi strettissimo assedio. Erano guidatori dell' im-" presa lo arcivescovo Oberto, Cardano arciprete, l'arcidiacono Caldino Sala e Algisio Pirovano cimiliarca; la conducevano alcuni de' consoli.
      Federigo, non appena lo seppe, ragunò speditamente uomini d'arme da Pavia, Novara, Como, Vercelli ed altre città a lui fide, ed insieme co'duchi di Boemia e di Turingia, con Guglielmo di Monferrato e Guido di Biandrate spergiuro alla patria ed apertamente venduto al Tedesco, corse ad impedire che un luogo di sì grave importanza, quale era Carcano, cadesse nelle mani de'suoi avvorsarj. E perchè lo esercito de' Milanesi trovavasi diviso a campeggiare le terre di Paravicino, d'Erba e d'Ursinico, allo imperatore venne


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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