Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LII1R0 TEUZO.
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      una torre di smisurata grandezza nel tempo stesso che i Cremonesi ne appressavano un' altra ad altro luogo per isparpa-gliare i difensori, costoro scopersero rapidamente cinque mangani e molte petriere, locale in cima alle mura, e versando una pioggia di enormi sassi costrinsero gli aggressori a indietreggiere con le macchine in isfacelo. Per la qual cosa il Barbarossa, venuto in gran collera, e premendogli di presto finire lo assedio, fece impiccare alcuni prigionieri Crema-schi. I Cremaschi impiccarono sulle mura altrettanti Tedeschi. E quei rintostando mandò un araldo agli assediati intimando loro, che qualora si ostinassero a non rendersi, non userebbe pietà a nessuno ; e a spaventarli uccise barbaramente quattro prigionieri di Crema e sei legati di Milano, uno dei quali era nipote all' arcivescovo ; ma perchè questi atti di crudeltà a nulla giovarono, con più orrenda ferocia comandò si prendessero alcuni degli ostaggi Cremaschi e Milanesi che avea seco, e si legassero in cima alla torre di legno, perchè volendola di nuovo accostare alle mura — avendo con gran numero di botti ripiene di sabbia colmato un tratto del largo fosso che circuiva la città — gli assediati non ardissero tirare contro, senza pericolo di uccidere i loro parenti, o amici, o concittadini. Rabbrividirono all' orribile vista i prodi difensori di Crema ; perocché quantunque i tempi corressero barbari, nessuno avrebbe immaginato che la feroce insania dell' augusto guerriero dovesse trascorrere a tanta immanità. 1 Tacevano, fremevano cupi, interrogavansi con gli sguardi impauriti, allorquando alzossi sonora una voce, che rivolgendosi agli infelici avvinti alla torre, li chiamava beati che morendo di morte sì mala per la salute della patria acquistavansi nome glorioso ed immortale.
      E forse lo eroico cittadino fra quell'innocenti ravvisava i propri figliuoli, perocché parve una voce sovrumana che rinfrancò gli animi di tutti ; e quindi nessuno più ondeggia intorno al da farsi, i cuori s'infiammano, ed al grido di : Viva la Patria 1 cominciano con tanta furia a tempestare la nefanda macchina, che minacciando sfasciarsi e schiacciare i guerrieri,
      1 ti buon Muratori la chiama << diabolica invenzione. »


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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