Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO TERZO.
      tesoro, ,e vittoriosi tornarono a Milano menando seco dugento prigioni Tedeschi e non pochi villani. Invano Federigo accorse a porvi impedimento, perocché tre soli giorni bastarono a fornire l'impresa.
      Inanimiti da tanta fortuna i cittadini di Milano, memori delle sciagure sofferte nello assedio precedente, non aspettarono che il nemico portasse la guerra sotto le loro mura, ma pensarono che, soggiogando o guastando le città vicine e a lui collegato, lo avrebbero privato de'più validi sostegni. Determinarono quindi di espugnare senza indugio la città di Lodi, dove trovavasi Federigo. Avevano fatto divisamento di assaltarla insieme coi Cremaschi, i quali sarebbero piombati sulla città da tramontana, mentre i Milanesi, varcando tacitamente e di notte tempo l'Adda, l'urterebbero da occidente. Bene immaginato era il disegno, ed avrebbero conseguita la vittoria, se quei di Crema non fossero stati costretti a combattere sul ponte per aprirsi il passo in guisa che ne giunse la nuova ai Lodigiani; i quali, desti dal sonno, repentinamente si armano, corrono alle mura, e irrompendo allo spuntare del giorno fuori le porte, affrontano gli aggressori e dopo una sanguinosa battaglia li costringono a dare indietro. In quel tempo o poco dopo i Bresciani che s'erano mossi contro Cremona, furono anch'essi respinti perdendo tra morti e prigionieri circa quattrocento uomini.
      XVIII. Erano arrivate in Italia condotte da Beatrice moglie di Federigo, e da Enrico il Leone duca di Baviera, le milizie tedesche. Ingrossarono lo esercito imperiale le genti capitanate da Guelfo principe di Sardegna, duca di Spoleto e marchese di Toscana. Tutti gli apparecchi erano pronti a principiare la guerra; non per tanto il Barbarossa restava di spedire messi in Germania per raccogliere nuove schiere; e nondimeno indugiava ; i nuovi mezzi di difesa di che s'erano provveduto Milano, e le altre città alleate, lo mettevano in pensiero. I Cremonesi ruppero l'indugio, gli offrirono undicimila marche d' argento perchè imprendesse l'assedio di Crema e la distruggesse. Quegli accettò il prezzo della strage, e comandò loro di precederlo. Il 7 luglio 1159 le genti di Cremona accamparono sotto le mura di Crema.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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