Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro terzo.
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      nuova che l'esercito imperiale aveva passato l'Adda, il popolo minuto fu percosso di spavento : i contadini fuggendo le furie delle soldatesche che procedevano devastando e ammazzando, accorsero in folla dentro la città, la quale diventò angusta a tanta gente, e non furono più bastevoli le vettovaglie, quantunque non pochi abietti, impauriti, fuggissero. Dopo d'avere preso e presidiato il castello diTrezzo, il Barbarossa piegando verso Lodi fermossi a Castirago. Gli comparvero innanzi i Lodigiani con vesti gramagliose supplicandolo a render loro la patria. Bene ed affettuosamente gli accolse Federigo, e condottosi a Monte Ghezzone presso l'Adda, quattro miglia discosto dalla vecchia Lodi, ai consoli Lodigiani Ramfo Morena, Lotario degli Alboni e Arcibaldo di Sommariva dette con un decreto la investitura di quella terra, segnando i confini del territorio, perchè vi edificassero la città nuova.
      XIII. Frattanto le città italiane nemiche a Milano e i signori feudatari del regno italico, obbedienti al comando imperiale, accorrevano da ogni parte al campo di Federigo. Vi andarono i Pavesi, i Cremonesi, i Lodigiani, i Comaschi con quei di Verona, Mantova, Parma, Piacenza, Bergamo, Genova, Asti, Novara, Vercelli, Ivrea, Alba, Padova, Treviso, Aquileja, Modena, Beggio, Ferrara, Bologna, Cesena, Imola, Forlì, Rimini, Ancona, Fano ed alcune città della Toscana: tutti Italiani che correvano al sanguinoso convito che loro imbandiva lo straniero. Gli scrittori di que' tempi dicono che tutte le milizie congiunte formavano un esercito di oltre a cento mila uomini.1
      Un giovine signore, chiamato Eclieberto, pensando che la paura avesse prostrati gli animi de' Milanesi allo annunzio di cotanto apparato di guerra, fece disegno di acquistarsi l'onore delle primizie dell' impresa. Insieme con alcuni altri capitani, senza farne motto al Barbarossa, si mosse con mille cavalieri per piombare improvvisamente sopra Milano. Assaltano una porta; i cittadini escono loro incontro; si appicca la zuffa con pari rabbia e valore; la vittoria rimane incerta allorquando Eclieberto, trafitto da un colpo di lancia, muore, e la sua caduta scuora gli altri, che si confondono e si slianda-
      1 Sire Raul, De Geslit Frid. — Radevic. 1. c.
      22'


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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