Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      2ÓG storia dei comuni italiani.
      esercito. Quivi convocato un parlamento di tutti i suoi baroni e capitani e alcuni famosissimi giureconsulti, disse gravi parole per esortarli alla pugna : rammentò la gloria delle armi germaniche ; protestò abborrire dalla guerra, ma esservi dolorosamente astretto dal debito sacro di far trionfare la giustizia; non avere ricorso alle armi per recar danno a niuno, bensì per vendicare l'ingiuria esecranda inflitta dai ribelli alla maestà dello imperio glorificato dalla virtù di Carlo Magno e di Ottone, ai quali la provvidenza aveva eletto lui successore. 1 Affettando devozione alle forme giuridiche,interrogò i dottori intorno al modo di procedere contro i ribelli Milanesi; i dottori consigliarono innanzi di adoperare le armi, li citasse tre volte al suo augusto tribunale perchè dicessero le loro ragioni. I Milanesi sollecitamente mandarono oratori, i quali favellarono con quella eloquenza che erompe calorosa dal cuore sicuro nella giustizia della propria causa, addussero ragioni di leggi e vetustà di consuetudini, offersero danaro, implorarono protezione dai più illustri principi dello esercito ; ma nessuna preghiera valse a muovere 1' animo di Federigo, che non voleva la concordia, bensì la distruzione della potente Milano, pericoloso es.empio di libero vivere alle altre città lombarde : la mise per tanto al bando dello impero, e dichiarò la guerra, e senza il minimo indugio mosse le schiere verso l'Adda.
      XII. Al solo ponte che vi era, detto di Cassano, stavano a guardia mille cavalieri con molti contadini; però 1' esercito non si attentò di varcarlo. Infastiditi dall'indugio, il re di Boemia e il duca di Dalmazia, perlustrando la riva, scopersero un passo che loro parve valicabile ; e tuttoché il fiume per le nevi disciolte fosse gonfio, vi si spinsero dentro coi cavalli ; non pochi, trasportati dall'impeto delle acque, affogarono, gli altri si ridussero alla riva ed aggredirono i Milanesi, ai quali fu forza abbandonare il ponte, ma molti furono morti e parecchi caddero in mano degl' inimici. Federigo tosto spinse oltre l'esercito; il ponte non sostenne il peso di tanta gente e si ruppe; i caduti nel fiume perirono, ma moltissimi erano già pervenuti alla sponda. Come in Milano i fuggitivi recarono la
      1 Ratlcvic. Ve Ti eh. Getl.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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