Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (255/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      libro teìtzo. 253
      gli stessi prelati la riverivano : perfino molti de' cardinali parteggiavano apertamente per lui. Ora avvenne che alcuni baroni tedeschi avessero imprigionato Esquilo arcivescovo di Lunden in Isvevia. Il papa colse l'occasione di chiedere la libertà del prelato, e ad un tempo di esortare Federigo a rispettare la chiesa romana. GÌ' inviò legato, Rolando da Siena cancelliere della curia papale, quel desso che fu poscia il famoso Alessandro III, dandogli una epistola per lo imperatore, nella quale fra gli altri rimproveri gli rammentava come il pontefice gli avesse concessa la corona imperiale, e si fosse mostrato arrendevole ad ogni suo desiderio; del quale favore non si pentiva, bramava altresì potergli impartire maggiori benefici, se ci fosse stato in terra beneficio maggiore di quella dignità. All'udire la lettera di Adriano avvampò di sdegno Federigo, togliendo pretesto dalla parola beneficio, che significando feudo, sembrava la chiesa romana essersi voluta dichiarare sovrana dell'impero. Mormoravano i cortigiani, quando il legato esclamò: « Da chi dunque il principe tiene lo impero, da chi se non dal papa? » A queste parole, che accrebbero la collera di Federigo, i grandi che lo circuivano si mossero a tumultuare, ed Ottone conte Palatino di Baviera che portava la spada imperiale si avventò contro Rolando e stette quasi per recidergli la testa. Ma l'imperatore con un cenno rimesse la calma e fece comandamento al legato di ritornare tosto per Roma.
      La scena seguì in Besanzone, dove Federigo trovavasi per prendere possesso della Borgogna, recatagli in dote da Beatrice sua seconda moglie. V'era andato con numeroso corteo di signori tedeschi e stranieri, ed altri moltissimi v' erano accorsi a fargli riverenza. Pessima ad ogni uomo fu sempre la genia degli adulatori, ma rovinosissima al principe : e però tra i devoti di Federigo — e v' erano chierici non pochi — non fu un solo che desse il diritto senso al vocabolo che aveva provocato il tumulto ; anzi sembrava che tutti facessero a gara per inasprirlo. Gli rammentavano avere veduto nel palazzo di Laterano una pittura, in cui era effigiato lo imperatore Lotario in atto di giurare fedeltà al papa, sotto la quale pittura leggevasi questa epigrafe: « Il re si ferma davanti alle porte, giura gli onori della città ; poi si fa uomo del papa, dalStoria dei Comuni italiani. — 1. 22


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (255/593)






Esquilo Lunden Isvevia Federigo Rolando Siena Alessandro III Adriano Federigo Federigo Ottone Palatino Baviera Rolando Roma Besanzone Federigo Borgogna Beatrice Federigo Laterano Lotario Comuni