Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      milizie ed invase la città Leonina. Si appiccò la zuffa in due luoghi ; in uno pugnavano i Trasteverini, in un altro il popolo della città. La battaglia durò tutto il giorno; i cittadini intrepidamente sostennero l'impeto delle milizie alemanne, ma alla fine dovettero retrocedere. Mille circa furono i trucidati dal ferro nemico, dugento i prigionieri, moltissimi i feriti. Federigo tornò vittorioso al campo ; ma il dì susseguente sentendo difetto di vettovaglie, ovvero non volendo rischiare le proprie milizie in un secondo combattimento, avvegnaché il valore con che i Romani gli avevano resistito avevagli fatto mutare pensiero, si ritrasse a Tivoli seguito dal papa, che non si attentava di rimanere tranquillo dentro la città gridante vendetta del sangue sparso. Quivi rimase fino a che i calori e le febbri, le quali avevano cacciato tanti altri imperatori dalle contrade romane, lo costrinsero a ritornare verso Lombardia. Federigo si guadagnò la corona; il papa, che anche aveva impartita piena assoluzione ai Tedeschi della inumana strage, restò esule dalla sedia apostolica ed esecrato dal suo gregge diletto, ma signore spirituale della città di Tivoli, che il temporale se lo era riserbato l'imperatore.
      Federigo procedendo nel cammino giunse a Spoleto; la quale era rea di reggersi a comune ; ond' egli cercando un pretesto a punirla, l'accusò di usurpazione di certe regalie. Le dette 1' assalto ; gli Spolettai uscirono e lo sostennero, ma all' urto della cavalleria si ritrassero in città, la quale fu espugnata e invasa dai soldati, e dopo un rapido saccheggio fu data alle fiamme.
      VIII. Frattanto i fuorusciti di Puglia vedevano con rammarico lo imperatore prendere la via di tramontana, mentre riposavano sulla fede data loro di fare l'impresa contro i Normanni. Invano gli esposero come, morto il valoroso Ruggiero, e spenti i due figli maggiori, il giovane Guglielmo, che gli era succeduto, fosse universalmente aborrito dai sudditi e poco atto a regnare. Aggiungevano la conquista di quel regno, almeno della parte peninsulare, essere cosa di lieve momento e sicura, dopo che lo imperatore Emmanuele Comneno aveva mandata una flotta ad assediare Brindisi e Bari. E ben ragionavano; e Federigo avrebbe seguiti i loro consigli se le mi-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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