Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (246/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      •188 storia dei comuni italiani.
      che Torlona venisse riedificata alle spese di Milano; e mantennero religiosamente la fede data non appena Federigo ebbe presa la via di Roma. 11 tempo ha serbata la lettera che, dopo riedificata la città, i consoli e il popolo di Milano scrissero ai consoli ed al popolo di Tortona mandando loro una tromba per convocare i cittadini a parlamento; un gonfalone bianco avente la croce rossa nel mezzo per significare la vittoria sui nemici conseguita con l'aiuto di Cristo e col diritto, e il sole e la luna, simboli, il primo di Milano, l'altro di Tortona, indicanti che questa traeva l'esistenza e lo splendore da quella;mandarono parimente un sigillo effigiato de'segni delle due città, che rimarrebbero per sempre congiunte 1 — ed era costumanza dei tempi. —
      VI. Il Barbarossa entrò trionfante in Pavia tra il fragoroso tripudio de' cittadini e si fece coronare nella chiosa di San Michele, dov' era un tempo l'antica reggia de' Longobardi; pochi giorni dopo prese il cammino di Boma. Passò per Piacenza, ma trovatala bene apparecchiata alla difesa come quella che aveva ricevuti soccorsi di cavalli e di fanti da Milano, non osò provocarla, e andò a celebrare la Pentecoste in Bologna, dove a quel popolo fece comandamento di riedificare il castello di Medicina. Traversando la Toscana esortò i Pisani ad allestire la loro armata per la guerra che meditava di muovere ai Normanni di Sicilia. E dopo di avere posto sulla sede di Ravenna un arcivescovo cui dette l'investitura dell' esarcato, accelerò il passo verso Roma. La fretta con che Federigo procedeva, e il bellicoso apparato onde era cinto, messere in paura papa Adriano IV; che non sapeva se il principe venisse da amico o da nemico. Adriano era uomo inglese, astuto, longanime-, caparbio e di indole ferrea, tale almeno lo fanno credere gli atti del suo pontificato, quantunque i suoi panegiristi lo dipingano mite, benigno, paziente, tardo alla collera e facile al perdono.5 Finché vissero i suoi predecessori, Eugenio III ed Anastasio IV, Arnaldo da Brescia era rimasto in Boma. Adriano, avendolo scomunicato, non valse a farnelo allontanare, perocché il senato e il popolo difendevano l'apostolo
      ! La lettera è riportata dal Giulini.
      5 Cardio. Aragon. Vita Adriani JK.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (246/593)






Torlona Milano Federigo Roma Milano Tortona Cristo Milano Tortona Barbarossa Pavia San Michele Longobardi Boma Piacenza Milano Pentecoste Bologna Medicina Toscana Pisani Normanni Sicilia Ravenna Roma Federigo Adriano IV Eugenio III Anastasio IV Arnaldo Brescia Boma Giulini Adriani JK Adriano Adriano