Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      ordinasse a governo repubblicano e sulle pubbliche insegne ponesse la famosa epigrafe S. 1'. Q. R.1 Partirono la città in tredici rioni ; il popolo di ciascun rione sceglieva dieci elettori, da' quali erano eletti cinquantasei senatori. Abolirono il prefetto della città scelto dal papa, ed istituirono un patrizio, rappresentarne la repubblica, il quale presedeva al senato. Il papa sperava con l'aiuto de' Normanni poter domare i Romani. Ruggiero dopo di avere fatto prigione Innocenzo II, il quale lo riconobbe legittimo re di Sicilia, non avendo più d'uopo dello spauracchio d'un antipapa, era tornato amico alla chiesa di Roma. Il senato trepidante per le sorti della nuova repubblica, mandò oratori in Germania a Corrado III perchè lo invitassero a Roma, e ad un tempo gli mostrassero come fosse utile allo impero sostenere la libertà del popolo romano contro le aggressioni del papa e del Normanno, venisse tosto a cingersi la fronte della corona de' Cesari in Campidoglio e ricevere sacramento di fedeltà da Roma sua.2 Dementi ! una repubblica che si getta nello mani d'un principe, è simile ad una colomba che invochi la pietà dello sparviero a liberarla dagli artigli dell' avvoltojo. Però Corrado fu sordo : era prode, ma mite, e difettava di simulazione e d'astuzia : inoltre la chiesa e l'impero quotavano. Lucio che credeva scoraggiati i Romani, un giorno ragunò il clero e i suoi fautori in armi, ed in pomposa processione si condusse al Campidoglio per torlo di mano al senato. Allo strano spettacolo i Romani rimasero attoniti; ma accortisi che il papa diceva da senno, insorsero e cominciarono a tempestare con una pioggia di sassi la processione sì che molti rimasero o morti o malconci, e lo stesso sconsigliato pontefice, percosso mortalmente, pochi giorni dopo spirava. L' esito prospero accrebbe la sete di libertà ne'cuori del popolo. Eugenio III se ne accorse; appena eletto, fuggì da Roma : ma vedendo come questa immagine di repubblica che dal clero era creduta una strana illusione, accennasse di protrarsi in lungo, propose essere pronto a riconoscere il senato purché riconoscessero il suo prefetto. Fatta e accettata
      1 Senatus Populutque Romanui.
      a Vedi il Sismnndi, clte riporta un brano di lettera de' Romani a Corrado, tracndolo da Ottone di Frisìnjja, IJistoire des ìlèpub. Ital., tliap. VII.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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