Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      avviarono a Como. Un araldo vi aveva portata la sfida. I Comaschi armaronsi anche essi, e presso il monte Baradello incontrarono gl' inimici. Tempestosa fu la battaglia che durò fino alla notte. Quei di Milano col favore delle tenebre, sprezzanti ogni riposo, quetamente si spinsero fino alle mura di Como, la quale trovandosi senza difesa perocché tutti gli uomini atti alle armi erano corsi a Baradello, non potè impedire che i nemici rompessero le porte e vi appiccassero fuoco. Albeggiava appena quando i Comaschi credendo i Milanesi lontani, ritornavano alle loro case ; ma scoperte le fiamme e il fumo, resi frenetici dall'ira, piombano impetuosamente sopra quelli, gli ammazzano o gli fugano, e si danno a spen-gere lo incendio.
      Il furore della guerra fece tregua, ma non si estinse. E perchè in Lombardia cresceva la parte che aderiva a Burdino ed era avversa al papa, ai Milanesi fu facile ingrossare la lega contro Como che parteggiava a favore di Roma, ed ottenere soccorsi da Asti, Brescia, Bergamo, Cremona, Pavia, Vercelli, Novara, Verona, Mantova, Guastalla, Bologna, Ferrara, Gar-fagnana e perfino dalla contessa di Biandrate. Con un esercito così poderoso i Milanesi assaltarono Vico e Colognola sobborghi posti sulle spiaggie del lago di Como ; e non avendo potuto espugnarli, sebbene vi perisse molta gente d' ambo lo parti, mandarono un araldo ad annunziare che nello agosto dell' anno seguente avrebbero ripreso Io assedio.1 Varj e di varia natura sono i fatti d'arme che seguirono dall'anno 1120 al 1125. Entrambe le parti offendevano ed erano offese, nessuna dava cenni di cedere; il sangue le assetava di sangue, pareva sentissero inesprimibile voluttà nelle distruzioni fraterne. Se non che la morte del vescovo Guido che era anima e sprone a tutte le imprese de' Comaschi, fu loro estremamente disastrosa. La scarsità di danaro, la inopia delle vettovaglie, i campi che
      1 Costumanza del medio evo, comune a tulle le nazioni incivilite, ed imposta dal diritto delle genti. Parrebbe strano ai dì nostri il credere che la cortesia cavalleresca delle guerre d'allora Fosse condotta a segno che uno stato, aspettaodo 1' invasione d'un esercito straniero, mandasse chiedendogli per qual parte intendesse di entrare. Vedi Ward , An Enquiry on Ihe Uistory of the Law of Kalioni.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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