Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      XLIV. Sette anni dopo Milano condusse una più lunga guerra contro Como, la quale perchè serva di esempio alle altre minori ed infinite, onde in quel tempo osteggiavansi gl'italici comuni, verrà da noi più distesamente raccontata. Forse perchè durò dieci anni, un poeta che la descrisse,1 e che forse ne esagerò i fatti — gli altri cronisti appena la rammentano— e perchè contro essa guerreggiarono molte città di Lombardia, la paragona alla guerra di Troia. Si concedano come veri questi punti di somiglianza al poeta comasco ; ma non è meno vero che la cagione ne fu molto diversa.
      Regnante Enrico IV, era stato inalzato al seggio episcopale di Como un canonico milanese di nobile prosapia, detto Landolfo da Carcano. E non ostante che fosse stato consacrato dal patriarca d'Aquilea, la scomunica lanciatagli dal papa gli aveva impedito il possesso e lo esercizio di quella dignità. Allorquando Enrico V contrappose Burdino di Braga a papa Gelasio, Landolfo levò alto la testa e tentò di conquistare con le armi quella che egli chiamava sua sede, contro Guido vescovo che era stato eletto da' Lodigiani e dal pontefice, e che ne era in possesso. E sebbene la potenza episcopale non fosse più, come ne'tempi anteriori, principalissima sul governo civile de'liberi comuni, nondimeno era di bastevole importanza per eccitare lo interesse e le passioni de' cittadini. L'oste del Milanese erasi spinta fino al castello di San Giorgio, quando Guido e i Comaschi in una sortita notturna posero le mani addosso a Landolfo e lo condussero prigione trucidando moltissimi, fra'quali Ottone valoroso capitano de'Milanesi e nipote dello stesso Landolfo. I campati dalla strage ritornarono precipitosi a Milano, narrando il lacrimevole caso. Distese nella pubblica piazza le insanguinate vesti degli uccisi, le vedove, i figli, i padri, i fratelli gridavano vendetta allo accorrente popolo. Giordano arcivescovo circuito dal clero chiuse le porto del tempio ai fedeli che al prolungato suono della campana vi accorrevano, dichiarando che non verrebbero riaperte se non se a coloro che giurassero di prendere le armi e vendicare la patria. Arinaronsi in gran numero, e col sacro Carroccio si
      1 Cumanus, leu de bello Comensi; presso Muratori, Ilei', llal. Script.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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