Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      •188 storia dei comuni italiani.
      tempo fosse il famoso codice delle Pandette di Giustiniano1 — fece ritorno alle patrie rive.
      XLII. Cosiffatta gelosia infuriò tanto che se l'un popolo riportava un trionfo, l'altro non trovava posa finché non giungesse a rapirglielo o sturbarlo, o contrapporgliene un altro. Come la gloria de' Pisani si accrebbe mirabilmente per la con-qiysta d'Ivica e di Majorca, i Genovesi vollero avere Minorca, terza fra le isole Baleari. Allestito un numeroso naviglio del quale dettero il comando al console Caffaro e ad Oberto della Torre, veleggiarono a Minorca, ed assediaronla. I pirati Almo-ravidi che vi stanziavano, scansarono le sanguinose scene del saccheggio pagando ai vincitori una grossa somma di danari. Di là i Genovesi si diressero al littorale del regno di Granata e posero lo assedio intorno ad Almeria, stringendola si che allo Emiro fu forza chiedere la pace, la quale gli venne concessa a patto che pagasse centotredici mila marabotini. L'Emiro assentendo pensava d'ingannare i Genovesi : e però pagatone tosto parecchie migliaia, la prossima notte ebbe agio d'imbarcare tutti i suoi tesori e fuggire. Vedendo i vincitori come il nuovo Emiro, che aveva ratificato i patti accettati dall' Emiro fuggiasco, non li avesse fedelmente mantenuti, riaccesero la guerra : ma avendo in mille guise per parecchi giorni guastato la città e i dintorni e non avendo speranza di espugnarla, tornarono a Genova.
      Gli inferociti Almoravidi bramando d'avere la rivincita contro i cristiani, ripresero il loro sanguinoso mestiere, infestando tutti i lidi dell' Europa occidentale. E perchè era la stagione djlle grandi crociate contro gl'infedeli, non fu difficile ordinarne una piccola in Italia e Spagna contro i pirati saraceni. A tal fine il pontefice scrisse al popolo di Genova una epistola. I consoli, adunato un parlamento di popolo, lessero ad alta voce le parole del papa, esortarono i cittadini a posare le ire di parte e correre a combattere gl' inimici de' cristiani. L'assemblea si commosse, e gridando : — Sì, sì I sia pace! morte agi' infedeli! —pareva la città tutta volesse prendere la croce e passare sulle navi, tanto che ai magistrati
      1 Si conserva nella Biblioteca Laurenziana di Firenze.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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