Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      libro secondo. 221
      susseguenti guastaronsi vicendevolmente, incendiando e saccheggiando le terre e i villaggi de' littorali. E non per tanto la popolazione non crebbe mai quanto allora, di pubblica pecunia non fu difetto, il commercio non fu mai piU florido:1 fatto mirabile I E nondimeno lo vedemmo parecchi secoli dopo riprodotto nella guerra gloriosa delle Provincie Unite de' Paesi Bassi contro la tirannide di Filippo II di Spagna.
      La cagione che pose fine alla lotta fraterna tra Pisa e Genova, non fu meno frivola di quella che l'aveva fatta nascere. Innocenzo II riparatosi a Pisa2 ebbe rammarico di vedere le due repubbliche inumanamente straziarsi ; inoltre, non avendo potuto vincere Anacleto, sperava che, pacificate, volessero apprestargli più poderosi soccorsi. Pensò quindi di sanare la piaga inflitta all' orgoglio di Genova facendole una concessione simile a quella che aveva fatta a Pisa papa Gelasio. La chiesa genovese che era soggetta allo arcivescovo di Milano, fu eretta in arcivescovato ; le furono assegnati come sulfraganei i vescovati delle riviere di levante e di ponente, e parecchi di quelli di Corsica ; e tutti i vescovati sardi rimasero soggetti alla sede pisana. Ma la concordia fra i due stati non poteva essere schietta e durevole, imperciocché l'uno tentava di distruggere 1' altro, non tanto per gelosia di gloria quanto per interesse commerciale, interesse supremo ne' cuori delle genti marittime. Genova intendeva di annientare Pisa, come questa non so se con maggiore crudeltà o nequizia aveva rovinata Amalfi, allorquando la flotta che i Pisani avevano mandata a combattere Ruggiero ed Anacleto in soccorso di papa Innocenzo sorprese quella infelice città, che, già caduta in mano de' Normanni, aveva cessato di essere la legislatrice de' mari. Era inerme e non poteva fare resistenza ; ma i Pisani temendo o potesse risorgere da sé, o il re di Sicilia vi potesse rianimare 1' antico spirito, posero in non cale la causa del loro alleato, e mirando al proprio bene soltanto, lo aggredirla, espugnarla e disfarla fu un punto solo. Ruggiero piombò loro addosso, ne prese e trucidò qualche migliaio; ma la flotta carica di ricchissima preda — nella quale si disse per tanto
      1 Sisniomli, Ilisloire des Tlèpubl. Ilal. Cliap. V.
      s Vedi addietro, pag. 21 1.
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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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