Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      storia dei comuni italiani.
      della chiesa si avviarono verso Roma. Innocenzo, soccorso dai Frangipani, fu condotto nel palazzo lateranese; le altre basiliche rimasero nelle mani d'Anacleto finche f anno susseguente la morte lo spense.
      Lotario, tolto commiato dal pontefice, si messe in via per ritornare in Germania. Giunto in Rologna, sciolse lo esercito, dando a ciascuno licenza di ritornare alle proprie case, Nella festa di San Martino trovavasi in Trento, e quivi infermò. Ansioso di seguitare il viaggio, morì in un meschino casolare ne'primi giorni di dicembre del 1137. Il suo cadavere fu portato in Sassonia, e sepolto nel monastero di Luter. Gli storici concordano a chiamarlo buon principe; ma tra le sanguinose perturbazioni degli imperatori Salici e le barbare prodezze di Federigo Barbarossa, la sua fama rimane come scolorita : perocché, quantunque la filosofia non si stanchi d'inculcare riverenza ed affetto alla virtù, e'pare che l'uomo per la tristizia dell'indole propria la dimentichi onde ammirare il vizio qualvolta si mostri folgorante di quel bugiardo splendore che chiamano gloria.
      XXXVII. Enrico duca di Baviera e di Sassonia tenevasi certa la successione alla dignità del suocero; la sua potenza pareva assicurargliene il conseguimento. Ma perchè lutti gli altri principi dello impero avevano cagione di temerlo, mentre per il dì della Pentecoste era stata convocata una dieta generale in Magonza per eleggere il nuovo re, macchinavano ad escludere Enrico. A tal fine adunatisi nella città di Coblenza, senza invitare nè lui, nè i suoi fautori, elessero Corrado di Svevia, quel desso che, regnante Lotario, vedemmo già re in Lombardia. Fabbro e duce di tali macchinazioni era il legato del pontefice,1 il quale avendo sperimentata l'indole feroce e prepotente di Enrico, temeva che, diventato re,osteggiasse la chiesa romana con persecuzioni più crude di quello, con che l'avevano afflitta gl' imperatori Salici. Roma voleva un principe debole; e tale, in paragone del superbo duca, era Corrado, non ostante che discendesse dalla dinastia ghibellina
      1 « A questi principi fece animo Teodoino cardinale e legato pontifìcio c.>n promettere totius populi romani urbiumqite Italice assensum. » Muratori all' anno I 158.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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