Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      unno secondo.
      tori al pontefice per comporre pacificamente le loro differenze innanzi di procedere ad aperta ostilità. 1 Alle proposizioni di Enrico il papa, forse o senza forse costretto dal sacro collegio, convocò un nuovo concilio nella basilica di Latcrano, e vi profferì queste parole : « Io mi sono mostrato debole come Io è ogni uomo formato di polvere e di cenere, confesso che ho fatto male, e dànno il privilegio delle investiture con irrevocabile anatema. » Non osò pronunciare il nome dello imperatore, poiché, sebbene la scomunica implicitamente colpisse lui, il vicario di Cristo provava tuttavia ribrezzo o sentiva vergogna dello aperto spergiuro. E perchè l'anatema coperto non satisfaceva i zelanti, Iirunone vescovo di Segna chiamò eretico il papa, il quale non per tanto pativa che i concilj provinciali, i vescovi nelle loro diocesi, e i preti da'pergami dichiarassero Enrico scomunicato, e scioglicssero i sudditi dal giuramento d'obbedienza, come fecero, per addurne un esempio, Giordano arcivescovo di Milano, e Conone legato apostolico in Gerusalemme.
      XXX. I tempi correvano tristi anche per Enrico. La Germania sempre più lacerata dalle guerre civili, patì il disastro d'un terremoto terribile sopra ogni altro ricordato negli annali del paese. Imperversò anche più disastroso in Italia, in molte città della quale e massime in Verona, Parma, Venezia e Cremona, guasti e crollati gli edilìzi, perirono molte migliaia di uomini. Per quaranta giorni si avvicendarono le scosse. Nuvoloni sanguigni ed infuocati velavano il firmamento e parevano volessero ardere la terra; varj altri portenti successero o s'immaginarono: i popoli trepidavano di sovrumana paura. Vuoisi che tali portenti muovessero Enrico a desiderare la pace con la Chiesa ; ma gli ambasciatori eli' egli tornò a mandare al pontefice non poterono conseguire alcun frutto. Vedendo dunque inefficace ogni mezzo pacifico, ruppe gl' indugi e mosse alla volta di Roma.
      Il papa non ebbe coraggio di aspettare dentro Roma lo imperatore, e subitamente ne uscì riparandosi a Monte Cassino, donde andò per Capua a Benevento. Voleva forse formare
      1 Conrad. Usprrjjfns, Clivon.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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