Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      sigliando di finirla per sempre con que' barbari predoni dell' italico paese, propose volessero eleggere imperatore Giovanni suo figlio. Accolsero i Romani giubilanti la proposta, e spedirono in Costantinopoli una numerosa ambasceria — è cbi dice composta di seicento individui — per condurre in Italia il nuovo principe. Ma di questo specioso disegno si perde ogni traccia ne'ricordi de'tempi: per la qual cosa è da credere che, come tanti altri lieti sogni de' popoli, omninamente svanisse. Se Enrico sapesse nulla di siffatto disegno, che era un atto di ribellione alla autorità sua, è incerto. Tornato in Germania, pose ogni studio a pacificare le contese intricatesi in mille guise al tempo di suo padre, e nel 1114 celebrò in Ma-gonza le sue nozze con Matilde figlia del re d'Inghilterra. Papa Pasquale era occupato a sedare tumulti in Benevento, che corse pericolo di essergli tolta per colpa di Landolfo arcivescovo; il quale per avergli congiurato contro fu deposto, quantunque venisse poscia rimesso sul seggio, col mezzo, dicono, di non so che doni. Le cose accennavano ad una tregua di qualche durata, quando un fatto importantissimo rincrudì i vecchi rancori tra il sacerdozio e l'impero.
      La contessa Matilde, oramai logora dagli anni e da fastidiosa infermità, dopo parecchi mesi di languore morì in Bon-deno nel dì ventesimoquarto di luglio del 1115.
      E perchè essa aveva donati i suoi beni alla chiesa romana, nacque contesa tra il papa e lo imperatore, il quale come sovrano intendeva che i feudi di lei scadessero, por virtù del diritto feudale, allo impero. E in quanto ai feudi il diritto dell'imperatore era incontrastabile: se non che egli voleva parimente impossessarsi de' beni allodiali, di cui, come ogni persona privata, Matilde poteva liberamente disporre a beneficio di chicchesifosse. Erano incitatori alla ostinazione del principe, Guelfo V e Enrico il Nero duchi di Baviera, perocché la predetta donazione era stata fatta fraudolentemente da Matilde, mentre Guelfo l'aveva sposata con la certezza di ereditare i vasti possedimenti di lei. Enrico V dunque dispone-vasi a calare in Italia per raccogliere quella pingue eredità ; e però verso la fine di febbraio dell' anno seguente giunse in Lombardia con la moglie e numerosissima corte, e mandò ora-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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