Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      mino della Toscana per ridursi in Lombardia e ripassare in Germania.
      XXVIII. Ritornato libero in Roma, Pasquale trovò la sua curia in tumulto. I cardinali che erano campati alle mani di Enrico, e non aveano patito le minacce e lo spavento della prigionia, accusavano il papa d'avere con la recente concordia piagato vivamente la chiesa cattolica nell'onore, nella dignità, nelle sostanze. I più dotti e reputati mostravansi turbolentissimi ingiuriandolo e dandogli dell' eretico, oltre di chiamarlo codardo per non essersi lasciato togliere la vita più presto che cedere ciò per cui i suoi eroici predecessori avevano intrepidamente combattuto; predicavano pompose parole di coraggio con la sicurezza con che l'uomo assiso sulla riva parla de'furori del mare in burrasca, dimentichi che è in noi cosa che può meglio di noi, meglio di tutti gl'insegnamenti della stoica filosofia, cioè lo istinto della propria conservazione. Sopraffatto da cotanti insulti, 1' avvilito pontefice quasi fuggiasco si ridusse a Terracina, e i cardinali nell'assenza di lui ragunatisi, dannarono e dichiararono nullo il concordato con quello zelo virulento con cui avrebbero trattato un punto di fede,1 e non già di disciplina ecclesiastica, a modificare o rimutare la quale nessuno aveva mai contrastato al papa il diritto. Ma, secondo che sopra notavamo, il principio della supremazia assoluta immedosimato da Ildebrando con la esistenza della chiesa, era così potente da far piegare sotto il proprio pondo la mente più vigorosa ed equa del capo di quella. Pasquale voleva deporre il gran manto, ma i buoni e saggi della corte romana, reputandolo più debole che reo, lo inanimirono e indussero a ritornare a Roma, non tanto per misericordia dell' uomo, quanto per servirsene come di vittima espiatoria del fallo commesso.
      E difatti lo persuasero a convocare un concilio di cento-venticinque vescovi tutti italiani, tranne due soli, nella Basilica Lateranese. Quivi avendo dichiarato che i Ghibertini non potevano considerarsi come assoluti dalle censure, non ostante che fosse cessato lo scisma, si aperse la discussione intorno
      1 Sono parole del venerando Muratori.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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