Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (192/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      •188
      STORIA dEI COMUNI ITALIANI.
      in Germania, onde spodestare que' simoniaci che rimanevano tuttavia nelle loro sedi, fermatosi in Guastalla, convocò un concilio, al quale concorse numeroso stuolo di vescovi, abati e altri sacerdoti. Quivi dinanzi agli ambasciatori, mandati da Enrico, dopo di avere punita la chiesa di Ravenna — colpevole di aver sostenuta la causa dell' antipapa — togliendole la giurisdizione sulle chiese di Bologna, Modena, Reggio, Parma e Piacenza, furono nuovamente condannate le investiture ecclesiastiche, e rinnovati gli anatemi contro i vescovi scismatici con perentorio comando di deporre la dignità episcopale.
      Enrico aveva sperato che la corte di Roma, dovendosi tener paga dell' inumano sacrificio eh' egli le aveva fatto del genitore, avesse a procedere moderata nelle proprie pretese; e però come la vide più che mai ostinata a non cedere, e d'altronde reputandosi fermo sul trono, fece divisamente di rialzare l'autorità dello impero cotanto miseramente calpesta, e ricominciare, ove fosse vano ogni pacifico negoziato, lo infausto conflitto. Pasquale conobbe il mal talento del principe, e non si fidando più di andare in Germania, da Verona, dove ebbe a sostenere i furori di un popolare tumulto, si avviò per la Savoia verso Francia, con animo, dicono gli storici, di collegarsi a quel re ed ottenerne lo aiuto qualora il sacerdozio e lo impero riaccendessero la guerra. Arrivato egli a Chalon-sur-Marne, gli si fecero innanzi gli ambasciatori di Enrico a ragionargli intorno alla faccenda delle investiture, allegando la vetusta consuetudine che costituiva un diritto, cui il principe non poteva in còscenza rinunciare, mentre il papa rimase irremovibile sul diritto che aveva la chiesa, fino dalla sua istituzione, di esercitare liberamente l'autorità propria, in ispe-eie sopra i propri ministri, vero diritto immutabile imprescrittibile, laddove quello dell'impero non era se non se pretta ed empia usurpazione che ad ogni modo doveva cessare e per sempre. I messi regj, vedendo non essere possibile nessun pacifico accordo, gli dichiararono che lo imperatore sarebbe andato a visitare Roma sua con poderosissimo esercito.
      XXVI. Papa Pasquale, rimasto poco tempo in Francia, erasi avviato a Roma; la trovò sconvolta dal tempestare


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (192/593)






Germania Guastalla Enrico Ravenna Bologna Modena Reggio Parma Piacenza Roma Germania Verona Savoia Francia Chalon-sur-Marne Enrico Roma Pasquale Francia Roma Pasquale