Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SECONDO, r,
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      io eroderei di certo essere interesse di voi e di tutti i re vendicare la ingiuria che mi vien l'atta, e lo spregio dove mi hanno prostrato, e cancellare dalla faccia della terra un tanto pernicioso esempio di malizia, d'infamia e di tradimento. »'
      Ogni sforzo di Enrico fu vano; ne principe alcuno nè il papa n' ebbero misericordia; chè anzi il clero di Liegi venne scomunicato, comecché irridesse arditamente agli anatemi, dirigendo a Pasquale una altera lettera, dove lampeggiano evidenti i principj della riforma del secolo decimoquinto.2 Enrico morì di crepacuore nel 1106.
      XXV. Alla morte di Enrico IV, il ribelle figliuolo venne senza contrasto riconosciuto sovrano. Essendo stato inalzato per gli sforzi della parte papale, in sulle prime non si mostrò punto restio a seguire sommesso i voleri di quella, pubblicamente abiurando, secondo che gli venne ingiunto, la eresia Ghibertiana o Enrichiana, come la chiamavano, da Giliberto ed Enrico capi dello scisma, e facendo nuove promesse di fedeltà e di obbedienza. Se non che la subita e poco sincera concordia non durò lungo tempo, perocché le cose erano procedute tanto oltre, che la pace non poteva conseguirsi senza la piena sottomissione di una delle due parti, e la pontificia era quella che la dettava. La chiesa ripugnava ad ogni via di mezzo, ed invece di porre modo alle sue pretese, nè anche accennava determinarne i confini: l'impero non poteva non sentire il peso della propria abiezione, e per istinto di serbare la propria esistenza, naturalmente reagiva. Alla corte di Roma, che per avere educato alla ribellione il giovane principe, ed averlo tanto traviato da indurlo a profanare la sepoltura del padre, e bandirne le ossa dal luogo sacro, era forza patire gli effetti di tanta tristizia; e non indugiò ad accorgersi che s'era messa il serpe in seno. Pasquale, difatti, che era andato in Lombardia con lo intendimento di recarsi
      ' Non avendo potuto avere il testo antico , ho tradotta questa lettera dalla versione d' un probo, scrupoloso e libero scrittore, che la ricopia dall' Urstisio, tomo I, pag. 396, 98 : Epist., Ilenric. IVimp. ad reg. Celiar,— Ulberl Leodieens. Epist., de l'ila li curici IV imperai, apud Guidasi., in Apologia, pag. 214 e seg.
      2 Epist. Leodieens. ad Pascal, pap. Il, apud Scbard. German. An-tiq. ilhislr.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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