Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SECONDO, r,
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      Colonia, e poi a Liegi. Da questo luogo scrisse lettere affettuose allo snaturato figliuolo, ai grandi dello impero che lo avevano abbandonato, e soprattutto una ben lunga al re di Francia. Sebbene essa riguardi più la storia di Germania che quella d'Italia, ci siamo determinati ad inserirla nel nostro racconto, a testificare come la divina giustizia, quante volte si stanca, percuota inesorabile tutti i nati da Adamo, e sempre equa precipiti il principe più grande della terra in fondo alla miseria: oltredichè io penso che l'agnello avvezzo a tremare all' urlo del lupo, debba racconsolarsi quante volte ne ascolti il grido de' tormenti che lo dilacerano.
      XXIV. « Principe illustre in cui, dopo Dio, ripongo ogni mia speranza. I mali che io soffro mi vengono dalla santa sede apostolica. Un tempo i papi attendevano solo a spandere la consolazione, la gioja e la salute nelle anime de' fedeli; ora predicano le persecuzioni, scagliano li anatemi e si circondano d'ogni specie di flagelli: non rifuggono da ogni mezzo purché pervengano a satisfare la loro smisurata ambizione. Dacché i pontefici di Roma si furono accorti che per la via delle subdole trame e delle censure religiose vantaggiavano poco ai miei danni, non hanno abborrito di profanare i diritti paterni, ed hanno armato contro me perfino il mio figlio, diletto al mio cuore sopra ogni cosa quaggiù — al che non posso pensare senza che un profondissimo dolore non mi dilaceri l'anima e non mi faccia versare un torrente di lacrime — essi lo hanno ripieno del loro furore, lo hanno indotto a rompere i giuramenti eh' egli mi aveva solennemente giurati. Seguendo i loro incitamenti, il traviato giovane ha invaso il mio regno, deposti i vescovi e gli abati a me fedeli, protetti i miei nemici e persecutori. In fine — e se non posso tacermi, vorrei almeno che le mie parole non fossero credute — i barbari sono riusciti ai spegnere nel cuore di lui la voce stessa della natura, e con ogni argomento che possano ispirare la violenza e l'astuzia, lo hanno persuaso a cospirare contro la mia vita. Mentre egli in tal guisa apparecchiava la sua e la mia rovina, io traeva in pace i miei giorni, e serbava in cuore la speranza di protrarli, allorquando mi invitò a un colloquio in un luogo che si chiama Coblenza, promettendo di voler meco ragionareir


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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