Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBltO SECONDO.
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      debrando; ma era a tutti manifesto che la ragione di stato, come la chiamano, era stata il solo motivo di coteste nozze.1 Ridisceso dunque Enrico in Italia, assediò Mantova terra precipua e centro delle operazioni guerresche di Matilde, ed espugnolla; cacciò via il vescovo e ve ne pose uno di suo; e per rendersi devoto il popolo confermò i diritti e le immunità largitegli dal pastore deposto. Mentre Clemente erasi insignorito di castello Sant'Angiolo, Enrico, domate Reggio, Parma e Piacenza, pose l'assedio a Canossa, in cui trovò tale resistenza, che rivarcato il Po, nel 1092 fece ritorno in Germania. Questa sua ritirata ebbe sembianza di fuga; la parte pontificia ne colse vantaggio; e parecchie città della Lombardia si congiunsero con Matilde, dando il primo esempio di una lega eh' era come il preludio dello leghe future, e della maggiore e più famosa di tutte, che si chiamò poi la lombarda.
      Rafforzata così la parte pontificia in Italia, Guelfo, marito di Matilde, macchinava a creare nuove difficoltà ad Enrico in Germania. Con sottilissima astuzia gli venne fatto di ribellargli il figlio Corrado, che, imprigionato prima, ebbe il destro di fuggire e riparare presso Matilde; la quale, accoltolo con infinita gioja, lo fece gridare re di Lombardia, e riconoscere dalle città della lega, cioè da Lodi, Cremona, Piacenza ed altre terre minori — a capo delle quali stava Milano irreconciliabilmente avversa alla dominazione imperiale — e fu subito coronato in Monza e nella basilica ambrosiana di Milano dall' arcivescovo Anselmo da Rlio. Questi poco dopo cessò di vivere, e Corrado gli fece succedere Arnolfo da Porta Orientale; ma avendogli data la investitura, secondo il costume degl' imperatori tedeschi, si rese apertamente ostili i più zelanti della parte stessa che gli aveva data la corona, e che guerreggiava contro Enrico per abolire 1' uso delle investiture.
      Ineffabile cordoglio strinse il cuore di Enrico al sentire
      1 « Non tnm prò incontinentia, quam prò romani pontifìcia obedientia , videlicet ut tanto virilius sanctce romane ecclesie contra seismaticos posset subvenire: Berthold. Costantiens, Chronic. Adduciamo questa citazione per notare come il Muratori riportandola omettesse la particella non, ónde il senso ne usciva alterato.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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