Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      si sa per quale ragione Vittore quasi subito ritornasse al suo monastero di Monte Cassino. Vero è che, appena uscito lui, tutti i Romani acclamarono di nuovo Clemente, e posero l'assedio a Castello Sant'Angelo, dove erano rinchiuse le genti di Matilde. Costei era rimasta sola esecutrice, per così dire, del testamento d'Ildebrando, di cui aveva ereditata la ferrea volontà e la fede nel trionfo della gran causa, quando nell'autunno dello stesso anno Vittore morì, promosse e fece riuscire, in Terracina nel marzo del 1088, la elezione del vescovo di Ostia; il quale assunse il nome di Urbano li, e in prima ebbe così pochi sostenitori, che gli era d'uopo campare la vita con le loro caritatevoli largizioni.
      Due mesi dopo la morte di Gregorio, Roberto Guiscardo, in cui una vecchiaja di settant' anni non aveva punto scemata la stemperata ambizione, di nuovo corso in Grecia, era morto in Cefalonia, e i suoi figli se ne disputavano i dominj; e perciò le armi normanne non potevano per allora intervenire nella contesa tra la chiesa e lo impero. La sparizione di questi due grand'uomini dalla scena del conflitto, inanimì il travagliato Enrico, il quale tornato in Germania, non indugiò a seguitare più fiera ed' ostinata la guerra, ed esperimentò così seconda la fortuna, che gli parve avere finalmente domati i suoi nemici. Ed avendo lo stesso Ermanno di Lussemburgo spontaneamente rinunziato alla corona, lo imperatore fermò nel 1090 la pace con tutti i principi germanici; mentre in Italia le. sorti non gli si volgevano meno prospere, perocché Clemente III vi era generalmente riconosciuto, ed al papa ortodosso non rimaneva altro sostegno che i fedeli e Matilde. Contro essa quindi nella primavera dell'anno stesso Enrico ricalò in Italia; massime che, tre anni avanti, la parte papale aveva indotto Matilde a contrarre matrimonio con Guelfo figlio del duca di Baviera, al quale era padre il marchese Alberto Azzo d'Este, per vantaggiare le abbattute forze degli avversari dello impero di qua e di là dalle Alpi. E perchè il clero chiamava le seconde nozze atto d'incontinenza, moltissimi vituperarono Matilde, la quale era già avvezza a sostenere i vituperj di coloro che l'accusavano d'aver consolate con la dolcezza delle sue carezze l'amare traversie d'II-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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