Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      favole, mise lo scompiglio nella lega cattolica tanto in Germania quanto in Italia, e tolse non poca riputazione a Gregorio, il quale aveva predetto che tra breve tempo sarebbe morto Enrico, ed invece fu il rivale colui che vi perse la vita, ed agonizzante mostrava il braccio monco dicendo, esser quella la mano che egli aveva alzata allorquando giurò fede ad Enrico.
      La bufera intanto volgevasi mugghiante sul capo di Gregorio nella stessa Italia. Quivi non sapevasi per anche l'esito delle cose germaniche, ed eransi accresciuti i nemici della chiesa, i quali accorrevano intorno a Ghiberto per seguirlo in Roma. La contessa Matilde a difendere lo amato pontefice, accolto numeroso esercito, progrediva verso Ravenna per aggredire l'antipapa; ma trovato per via lo esercito nemico poderosissimo, vennero alle mani a Volta, luogo presso il Mantovano, e nel giorno medesimo in che Rodolfo cadeva in Sassonia, Matilde era disfatta in Italia.
      L' avversa fortuna delle armi, comunque spandesse lo scoraggiamento negli inimici dello imperatore, non però li svolse dalla loro ostinazione : invece di confessarsi vinti accolsero nuove genti, ed elessero a re loro Ermanno di Lussemburgo. Ma le condizioni di costui non erano quelle di Rodolfo: la parte di Enrico andava più sempre crescendo d'animo e di proseliti, ed agitavasi gridando di correre a Roma onde snidare Gregorio. Enrico dunque calò una seconda volta in Italia; e quantunque il pontefice gli avesse di nuovo lanciato l'anatema contro, onde costringere i popoli a separarsi da lui, i cittadini di Verona gli apersero le porte e lo seguirono a Milano per riporre sul seggio lo scomunicato arcivescovo Tedaldo, dal quale ricevette la corona del regno italico. Andato poscia a congiungersi con Ghiberto in Ravenna, si avviarono insieme alla volta di Roma. Frattanto in Toscana, dove prima contava pochissime città, e forse la sola Pisa, per alleate, perfino la stessa Lucca di Matilde insorge, caccia l'arcivescovo Anselmo e si dichiara per Enrico; Siena ne segue 1' esempio; Firenze gli resiste, onde egli l'assedia ma senza nessun frutto, e procede verso Roma, e pone il campo fuori le mura. Quivi ricevè da Alessio imperatore di Costantinopoli una grossa somma di danari,a fine d'invadere i dominj de'Normanni per


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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