Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      UlillO SECONDO.
      osservazione le accettò ed appose il propio nome al documento in che erano formulate.1
      Ma perchè Gregorio, meglio che altri conosceva lo infido e mutabile animo del principe, non reputò bastevole quel giuramento, e volle che altri gravissimi uomini se ne rendessero mallevadori. I vescovi di Ceitz e di Vercelli, Azzo d'Este, ed altri principi giurarono che il re osserverebbe que' patti. Il che fatto, Gregorio impartì ad Enrico la benedizione e la pace apostolica, e celebrò la messa. Dopo la conse-crazione, rivoltosi agli astanti e tenendo in mano l'ostia santa, si pose a favellare enumerando le colpe dello imperatore, e giurando di non avere usurpato il trono pontificio, e di non sentirsi reo delle lordure di che lo calunniavano i suoi nemici, e in prova della propria innocenza pregava che, qualora egli non avesse detto il vero, l'Onnipotente lo facesse improvvisamente morire. Cibatosi quindi d'una parte dell' ostia, invitò l'imperatore a far la medesima prova; ma questi esterrefatto non osò appressare il labbro al corpo di Cristo, ed adducendo una ragionevole scusa, pregò il pontefice si degnasse rimettere questo terribile giudizio di Dio al giorno della generale dieta. Finita la messa, Gregorio accolse lo estenuato Enrico alla propria mensa, lo ristorò di cibo e di bevanda e carezzollo con isquisita cortesia, e dopo d'avergli confortato l'animo di salutari consigli, gli dette commiato.
      XVII. Innanzi che Enrico uscisse da Canossa il pontefice avea inviato il vescovo di Ceitz per isciogliere dallo interdetto tutti coloro che avevano comunicato col principe. Come il legato narrò la scena seguita dentro il Castello alla gran folla che avea accompagnato Enrico, gli animi di tutti ne rimasero colpiti di maraviglia e di dolore, quasi di sciagura che paia incredibile. Gridavano il re essersi codardamente condotto, avere disonorato il trono, umiliando la dignità regia ai piedi di un usurpatore del papato, di un eretico ; avere con quello atto indegno oltraggiato lo stato e la chiesa ; aver
      1 È riportato eia vari scrittori contemporanei con alcune varianti di Frasi e di vocaboli ; ma il senso è sempre lo stesso : vedilo presso Labbe , Conc., tomo X.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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