Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      nano SECONDO.
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      maturare il disegno d'una impresa guerresca in Levante onde liberare i fratelli cristiani dagl'infedeli, non che formare e rendere stabile la concordia fra la chiesa romana e la greca; gli narrava che apparecchiavasi già un esercito di cinquanta e più mila uomini che sarebbero pronti a muoversi, dietro la scorta del papa/ e spingersi fino alla terra sacrosanta dove sorge il sepolcro di Cristo. Per la qual cosa, ove fosse costretto a recarsi in Oriente intendeva affidare la chiesa di Dio alla pietà di Enrico, perchè la difendesse e serbasse incolume. Paria-vagli, insomma, d'una crociatale non par vero che anche la prima favilla che accese quel gran fuoco partisse dalla mente di Gregorio, e infiammasse la cristianità occidentale d'uno zelo, che ebbe sembianza di frenesia, e fece versare per tanti anni fiumane di sangue cooperando ad un tempo ad accelerare la risorgente civiltà de' popoli.
      XIV. Gregorio più che altro pontefice, più che altro principe suo predecessore conobbe che, non essendo possibile partire o moltiplicare la propria persona per eseguire i suoi ardui divisamenti, e vedendo, inoltre, la consecuzione dello scopo star tutta nella simultaneità dell' opera, era d' uopo mandare legati solertissimi in tutti gli stati d'Europa. Costoro, rivestiti della piena potestà di vicarj del Vicario di Cristo, erano come il pratico esperimento della sovranità universale della sedia apostolica, dacché avevano poteri superiori e più generali di quelli che esercitavano i supremi pastori delle diverse chiese. Li munì di lettere per tutti i principi e per coloro che governavano a nome di quelli, e più ancora per le principesse, perciocché e' pare che il prete abbia sempre pensato la donna essere sua validissima alleata. Non appartiene al nostro subietto il narrare gli effetti che cagionò in Francia, in Ispa-gna, in Inghilterra ed altrove la promulgazione dei nuovi decreti; naturalmente, quand'anche non ne facessero parola gli scrittori contemporanei, si supporrebbe avere suscitato uno
      1 a Quam admonitionem Italici et Ultramontani, Deo inspirante, ut rcor, imo etiam omnino affirmo, libenter acceperunt, et jaiu ultra quin* quaginta ini Mia ad boc se preeparant, ut si me possunt in expeditioue prò duce et pontifice babere, armata manu centra inimicos Dei volunt insorgere et usque ad sepulcrum Domini, ipso ducente, pervenire. » Epist , lib. II, 51.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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