Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      I.IliRO SECONDO.
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      Ma le condizioni politiche di questi ed altri regni europei sarebbero state indifferenti a Gregorio, se il suo disegno non fosse stato quello d'infeudare tutta la cristianità al trono pontificio; avvegnaché in que' tempi non esistesse lo equilibrio politico de'nostri,- in cui tutti gli stati civili, dopo d'essersi ordinati a modo di parti formanti un solo tutto, la scossa di una guerra nel più piccolo stato potrebbe farsi cagione ad uno scompiglio universale. Il terreno adunque che importava a Gregorio di studiare era quello dell' Italia e della Germania. In Italia l'alto clero e i nobili lombardi gli erano ostili; l'al-leganza con Roberto Guiscardo era dubbia, perocché non potendosi prevedere fin dove questi volesse spingere le sue conquiste, la sedia Romana era costretta ad averne paura per i suoi possessi non solo, ma per la sua stessa esistenza. La contessa Matilde invece era tutta devota alla chiesa ed in ispc-cie a Gregorio; non gli era né anche avverso il marito di lei Goffredo il Gobbo, che non pertanto era diletto allo imperatore, e se lo teneva bene edificato. Né meno molesto, anzi oltremodo pericoloso gli pareva il fuoco rivoluzionario che covava in Roma, e che la cruda energia con cui egli intendeva condurre il governo, avrebbe potuto far divampare.
      In Germania le parti erano più definite e visibili; Roma vantaggiava sempre più di proseliti, ma numerosissimi erano i prelati feudatari, che se male pativano il proprio sovrano, si sarebbero indotti a scemare la potenza de' Cesari a prò' loro, non mai a solo beneficio di Roma. I principi invece, più che i popoli, potevano servire alle mire d'Ildebrando; fra quelle guerre intestine suscitare un rivale del trono sarebbe stato un colpo di gran magistero.
      XII. Papa Gregorio in sulle prime simulò o ebbe veramente desiderio di condursi con insigne dolcezza rispetto ad Enrico. Scrisse lettere a Goffredo il Gobbo,1 ne scrisse a Beatrice e a Matilde;4 ne scrisse parimente a Rodolfo di Svevia,3
      1' onore elle ci è dovuto, ec. » Vedeva, da quell' uomo accorto eh' egli era, come ostinandosi in tali pretese, avrebbe messa a repentaglio la propria riputazione ; fatto che gli sarebbe riuscito fatale nella lotta suprema coli'impero.
      1 Grog. VII. Epitl , lib. I, 16.
      5 ld., ib., H.
      • ld., ib., 19.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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