Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SECONDO, r, 143
      accetti allo irrefrenato e mutabile talento del principe, erasi ritirato nella quiete della propria diocesi. Rodolfo duca di Svevia, Bernardo duca di Carintia, e Guelfo IV duca di Baviera, avevano anch'essi con animo ostile abbandonata la corte. La ribellione nella Turingia e nella Sassonia cresceva oltremodo minacciosa; la parte del clero favorevole alla corte di Roma ingrossava; il lamento de'popoli sonava universale: e lo sconsigliato Enrico, invece di placare il pubblico sdegno, irritavalo, non prevedendo come tanti elementi, minacciosi potessero produrre una lotta da inghiottire lui e crollare dalle fondamenta il trono germanico. Al pontefice giungevano sì frequenti le querele degli oltremontani, che Ildebrando si accorse essere quello il momento di mostrare la supremazia del vicario di Cristo; e a nome di san Pietro, che ricevendo da Rio stesso la virtù di legare e di sciogliere, l'aveva tramandata in perpetuo ai suoi successori„spinse Alessandro a citare lo imperatore innanzi al tribunale degli apostoli, onde scolparsi degli addebiti di che lo accusavano.
      L'atto era sì grave e inaudito che alla corte imperiale parve incredibile : con esso il potere supremo de' Cesari, che da Carlo Magno in poi aveva costituita la prerogativa del re di Germania, sembrava fosse passato nelle mani del vescovo di Roma; e non è dubbio che di là de'monti i popoli, il clero, i principi, se non fossero stati apertamente avversi ad Enrico, si sarebbero mossi ed avrebbero giurato unanimi di difendere la dignità dello impero.. Ma con tanto tesoro di odio accumulato nello spazio di una lunga minorennità ai danni di un principe amato solo da' suoi cortigiani, plaudirono alla terribile nuova, e grandi e piccoli apparecchiavansi a vantaggiarsi, ciascuno a suo prò', dello avvilimento del loro capo.
      Poco dopo, papa Alessandro mancò di vita nello aprile del 1073. A lui rimase la gloria più funesta che bella di avere spinta troppo oltre una lotta che fu poi fecondissima di più secoli di guerre empie e cruente. Tre anni innanzi era morto anche Goffredo di Lorena, lasciando Beatrice vedova per la seconda volta, ed un figlio della sua prima consorte, detto Goffredo il Gobbo, che aveva sposato o doveva tra poco sposare Matilde, figliuola di Beatrice ed erede della Toscana ;


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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