Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      •136 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      servare le promesse fatte ad Enrico IV nel famoso decreto di Niccolò II;1 ma Ildebrando co'suoi seguaci voleva porre in piena esecuzione quel decreto ed eleggere il capo della chiesa senza il concorso della corte germanica. Mentre i conti di Tu-scolo, di consenso co'Lombardi, a nome del popolo romano, spedirono un' ambasceria che recava una splendida corona ed altri ricchissimi doni ad Enrico ; il collegio de' cardinali, mandò un suo legato di nome Stefano, personaggio nobile, grave, probo ed accorto — è uno scrittore contemporaneo che così lo dipinge — onde frustrare le trame degli avversarj. Dicesi che costui rimanesse sette giorni passeggiando per le anticamere della reggia, senza che potesse ottenere dai cortigiani di presentare al re le sue credenziali, e che per tale insulto se ne tornasse sdegnoso a Doma. Ildebrando non potea meglio sperare le cose; e trasfondendo il sentimento d'indignazione nel cuore dei colleghi e dei nobili della sua parte, e convincendoli eh' era uopo far mostra d'energia ed usare della libera elezione (giusta il decreto di Niccolò, che lungi dall'innovare, distruggendo un reo costume rivendicava l'antichissimo ed imprescrittibile diritto della chiesa) e tosto indicando Anselmo di Badagio, lo fece eleggere pontefice, e dopo poco incoronare col nome d-i Alessandro II. Ildebrando non si profferse, perocché aveva mestieri di combattere sotto l'egida di un alto nome per ridurre lo iniziato conflitto fino al punto in cui, egli, uscendo fuori, apertamente potesse rappresentare la parte del leone. Per allora la elezione di Alessandro non correva pericolo in quanto era sostenuta dalle armi di Goffredo duca di Lorena e signore della Toscana a nome di sua moglie, e dalla lega con Roberto Guiscardo e col suo congiunto Riccardo principe di Capua, che si rendè con Desiderio, abbate di Monte Cassino, a Roma.
      Appena pervenne alla corte di Germania la nuova della elezione, come gl' imperiali la chiamavano, illegale di Alessandro, la imperatrice reggente ne sentì rincrescimento gravissimo; i cortigiani arsero di sdegno contro i cardinali che avevano violato perfino il decreto di Niccolò, che prometteva
      1 Vedi addietro, pafj. 128 in nota.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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