Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      per conferire col pontefice Niccolò II, o meglio, con Ildebrando. A comporre le cose, col trionfo del bene della chiesa, fu deputato Piero Damiano perchè negoziasse coi vescovi suffra-ganei della diocesi milanese; ma riuscendo a vuoto i primi suoi sforzi, fu mandato insieme con Anselmo da Badagio sul luogo della discordia. La grande autorità de' legati pontifici, e specialmente del vescovo d'Ostia, impose riverenza sugli animi de'Milanesi, i quali s'indussero a dichiararsi colpevoli e a fare pubblica penitenza. Piero Damiano fece mostra d'insigne dolcezza d'indole e di modi, e ripartì benedetto dai cittadini.1 Ma Arialdo e Landolfo non deposero i loro cupi rancori. Vedevano le piaghe soltanto richiuse nella superficie, e temevano che, incancrenendosi, si facessero tra breve tempo più micidiali. Invece di posare, accrebbero i loro sforzi; e fu loro propizia la fortuna allorquando alla gran causa della riforma si associò un altro uomo di maggior valore e di più indomabile audacia.
      Landolfo, innanzi che morisse a cagione di una infermità venutagli nelle fauci per Io continuo vociferare nelle popolari concioni, aveva trasfuso il suo zelo nell'animo del fratello Erlem-baldo, il quale ardeva di vendicare un gravissimo oltraggio fatto al proprio onore. Un giorno vide la propria moglie fra le braccia schifose e lascive di un prete. Per la riverenza del sacerdozio aborrì di trafiggere il colpevole; e affine di liberarsi dalla sete di vendettache come demone tentatore di continuo gli turbava il sangue, pellegrinò in Terra santa per impetrare dal
      1 Vedi il racconto che ne fa egli stesso nell' Opusc. V. Dopo questo tempo pare che San Piero Damiano venisse in dissensi con la corte di Roma e segnatamente con Ildebrando * e che o in ricompensa delle sue fatiche fosse spogliato dal papa de' suoi bencficj, e ricevesse altri affronti, per li quali modestamente domandò licenza di rinunziare al suo vescovato di Ostia. » So il bnon Muratori avesse scritto sdegnosamente invece di modestamente, avrebbe dato nel segno : perocché d' allora in poi il Damiano accusò apertamente Ildebrando come cagione di tnlte le sue tribolazioni , e non ne parla senza nominarlo il suo santo Satanasso : scrisse anche contro Ini parecchi epigrammi riferiti dal Raronio e da molti altri scrittori :
      Papam rito colo, sed te prostralus adoro:
      Tu facis hunc dominum ; te facit ille Dcum.
      Vivere vis Romae? clara depromilo voce:
      Plus domino , papae , quam domino pareo papce.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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