Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      quotidianamente ministrare quelle di Dio. Nondimeno il più grande ed autorevole degli apostoli intorno à quel gravissimo argomento non aveva osato profferire una sentenza precettiva, bensì un consiglio; e però quanti cristiani non aderivano ad una scuola o setta peculiare che prescrivesse altramente, coniugavansi secondo la volontà o l'interesse proprio. I non coniugati che non valessero a sostenere l'abnegazione del celibato, seguirono l'uso comune nella vecchia società civile, di tenere delle concubine, specie di mogli ambigue, uso che, a dir vero, generava nello umano consorzio gravissimi disturbi.
      Verso i secoli decimo e undecimo, e segnatamente ai tempi de' papi Tusculani,la incontinenza sacerdotale era così svergognatamente praticata, che empiva di orrore e capriccio i cuori di tutti. Gli uomini dabbene e i più zelanti scrittori non cessavano di gridare alla estirpazione di cotanto scandalo. Non pochi concilj e pontefici avevano profferito esortazioni o minacce; ma a che potevano giovare le sole parole a reprimere un male universale ? Ildebrando dunque si pose in pensiero di farsene sterminatore procedendo severamente; ed aspettava la occasione per incominciare una mortalissima guerra. L'occasione già mostravasi dentro la stessa Italia, nella più potente delle città lombarde. Dopo la morte d'Eri-berto1, ragunatisi il clero, i nobili e i mottesiper eleggere un successore alla sedia arcivescovile, furono proposti quattro candidati, Landolfo di Cottis, Anselmo da Raggio o Badagio,* Arialdo d'Alzate, e il cardinale Ato. Quei della Motta, secondo che opinano taluni, proposero Guido da Velate, segretario dello imperatore, la cui autorità fece riuscire tale elezione. Gli altri candidati subitamente si dettero a commuovere il popolo, gridando che Enrico aveva violata la libertà e la legalità del voto, e predicando contro la simonia e la incontinenza del clero. E sebbene poco di poi, la venuta del principe in Italia ponesse fine ai movimenti sediziosi, nondimeno il seme della discordia non era spento, ma fecondavasi come quello che aveva potentissima ragione d'esistere nella
      1 Vedi libro I.
      3 Così lo chiama il Muratori all' anno lOUO.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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