Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (117/593)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO PRIMO. 0
      115
      che incuteva la sua possanza, o il suo stesso contegno spinsero il popolo, o per parlare più veramente, le fazioni ad insorgere; e il doge deposto, fu insieme col patriarca di Grado mandato a confino nell'Istria. Il patriarca d'Aquileia, cogliendo il destro per ricongiungere il territorio di Grado alla sua diocesi, o come altri vogliono, istigato da Corrado il Salico che voleva controporre un altro potente prelato ad Ariberto di Milano, e per mezzo di quello aprirsi una via ad incorporare Venezia allo impero, entrò con numerosi armati in Grado, vincendo col ferro e col fuoco tutti gli ostacoli che gli si facevano innanzi. Ma i Veneziani, resi accorti dall' imminente pericolo, cessano da'furori civili, ed unanimi richiamano il doge e il patriarca, li ripongono in seggio, e riescono a cacciare da Grado lo genti di Aquileja.
      Non per questo Venezia restò dalle civili discordie. E pare che il doge e il patriarca vedendosi richiamati, e pensando che fossero necessarj alla repubblica, si studiassero con ostinazione maggiore a rendere ereditaria la dignità ducale nella loro famiglia. Una formidabile insurrezione, scoppiata sei anni dopo, li costrinse ad allontanarsi di nuovo da Venezia. E po-sciachò i cittadini eransi accorti del male, volendo estirparlo fino alle radici, eleggendo Domenico Flabanico che apparteneva al partito vittorioso, divisarono di coartare la possanza del capo dello stato. Primamente una legge fu fatta che inibiva al dogo di associarsi un coadiutore, o un con-doge, come lo chiamavano; e nello esercizio del suo potere doveva essere invigilato da due consiglieri. Mano mano si vennero facendo altri simili provvedimenti, onde migliorare e rendere più stabile la costituzione della repubblica. La giustizia che per lo innanzi era ministrata da'tribuni, fu posta nelle mani di giudici, simili agli scabini o ai consoli de' risorgenti comuni della vicina Lombardia; lo loro sentenze non furono più sottoposte alla revisione del doge, tranne in alcuni casi rarissimi che per lo statuto erano a lui giuridicamente devoluti. In tal modo il doge di principe assoluto, diventato, come oggi si direbbe, costituzionale, a poco a poco introdusse il costume d'invitare, secondo le occasioni, i più cospicui cittadini in adunanza onde richiederli di consiglio. E perchè la formula dell' invito era a


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

Pagina (117/593)






Grado Istria Aquileia Grado Corrado Salico Ariberto Milano Venezia Grado Veneziani Grado Aquileja Venezia Venezia Domenico Flabanico Lombardia