Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      11 "2 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      (lette le armi dal vescovo, Orscolo mosse con una grande armata verso Parenzo. Gli abitatori di questa città gli andarono incontro e giurarono fedeltà alla repubblica. Con pari dimostrazioni di gioia e rispetto fu ricevuto in Pola, dove accorsero i legati di tutte le città dello Illirico; le quali, dopo che era stato loro dagli imperatori concesso di armarsi e circuirsi di mura a fine di resistere alle molestie de' pirati e de' Saraceni, eransi costituite in tanti municipj o repubblichette indipendenti a guisa delle città marittime della Magna Grecia. Ma non essendo mai riuscite a formare una vera confederazione, tutte rimanevano esposte alla ferocia di quegli irrequieti predoni, e non appena videro il doge Orseolo muovere allo csterminio de' comuni nemici, affrettaronsi a porsi sotto la protezione del glorioso vessillo di San Marco, e giurare fedeltà alla repubblica. Dicesi che né anche una ne rimanesse indietro, tranne Curzola e Lesina isolefiancheggianti il golfo diNurenta.Ma al doge fu agevole assalirle ed espugnarle innanzi di gettarsi sopra Nurenta, come fece, ponendola a ferro e fuoco e riducendo i Nurentini a tali strettezze che, chiesta ed ottenuta pace, si sottomessero a durissimi patti e in avvenire non poterono più nuocere.
      Così senza una penosa e lunga conquista Venezia col titolo di protettrice si vide signora della riva orientale dell' Adriatico, si recò in mano ella sola il commercio d' oriente, e d'allora in poi il doge assunse anche il titolo di Duca di Dalmazia, la quale ottantasette anni dopo venne formalmente ceduta alla repubblica dall'imperatore Alessio. Per questa impresa Orseolo salì in grande rinomanza, e come capo del governo si pose a pari de' più gran principi della cristianità. Mentre Ottone III visitando Venezia volle onorarlo tenendo al battesimo una figliuola di lui, l'imperatore Basilio a Giovanni figlio di Orseolo concesse una nipote in moglie, e lo rimandò in Venezia col titolo di patrizio. Questo giovane eh' era destinato successore al padre, morì nella pestilenza del 1005. Quattro anni dopo finì i suoi giorni gloriosi il padre, e gli successe l'altro figlio Ottone che aveva per moglie una sorella del re d' Ungheria; Orso, terzo figliuolo, era patriarca di Grado. Il nuovo doge, reso illustre dalla gloria del genitore, forte di tanti augusti parentadi trovossi potente quanto altri non era mai stato. 11 timore


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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