Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      tivazione, non potendo per le scorrerie de'barbari riacquistare i loro antichi possessi di terraferma, o da quelli eh' erano loro rimasti non ricavando utile nessuno, i Veneziani, spinti dal bisogno, padre a un tempo del delitto e dell' industria, si dettero alla navigazione trafficando con tutte le coste dell' Adriatico.
      I ricordi storici che rimangono del commercio dei Veneziani, ci fanno concepire la più alta idea della loro industria, principale cagione della potenza di quella repubblica; la quale, quantunque si trovasse come rinchiusa in una inespugnabile fortezza, e per così dire come un fuor d'opera dai tumulti che agitavano la penisola e l'Europa tutta, partecipando anch' essa alla costumanza de' tempi era di continuo turbata dalle interne fazioni; spesso spodestava i suoi dogi, e quelli che non ispegneva, accecava. Convintasi come il commercio a lei fosse principio di esistenza, lo conduceva precipuamente con le nazioni orientali. Mentre aveva cura di farsi confermare i privilegi dagl' imperatori d'occidente, cui tornava utile un atto d'omaggio, che poteva impunemente essere negato, quei d'oriente studiavansi in ogni modo di tenersi amica Venezia, che era, come sopra accennammo, il solo vero ostacolo all'ambizione degli eredi di Carlo Magno, agognanti sempre ad usurpare a danno de' Greci. Gli augusti bizantini quindi furono sempre prodighi di onorificenze e di concessioni ai dogi ed alla repubblica. Verso la fine del secolo decimo l'imperatore concluse un trattato di commercio coi Veneziani, ai quali accordava amplissime esenzioni in tutti i porti dello impero.
      Venezia per lo spazio di cinque secoli non parve corresse pericolo di trasformare il suo governo di popolare in tirannico. Ma era anco lì prevalsa l'usanza degli imperatori occidentali, quella, cioè, di associare, vivente il principe, un figlio al trono come successore. Vari dogi l'ottennero o lo fecero a forza, senza che l'ufficio si fosse potuto perpetuare in una sola famiglia. Se non che la dignità ducale rimase quasi per cento anni nelle famiglie de' l'artecipazj e de' Candiani. Candiano IV fece ogni sforzo per fondare una dinastia. Stretta alleanza con Ottone I, aveva chiesta ed ottenuta in consorte Gualdrada, sorella di Ugo marchese di Toscana. Questo parentado lo arrio-


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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