Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      quistate con le armi le proprie libertà, venendo a concordia col sovrano, Io costringeva a riconoscerle quasi le ricevesse in concessione, l'atto della quale costituiva una specie di diritto; ed allora soltanto le città credevano poterne godere senza timore di legittimi impedimenti. Cosi voleva la costumanza feudale; e quindi il moto democratico non poteva esser puro come quello degli antichi popoli, ma era modificato positivamente dalla civiltà viva mentre ispiravasi alle tradizioni dell' estinta. Così mano mano vennero segnandosi i confini di ciascuna città che nel proprio territorio formò un piccolo stato sovrano; faceva guerre e paci, coniava moneta, mutava o modificava lo statuto, senza bisogno dello assenso del principe; di guisa che il numero di simiglianti costituzioni cittadine era in que' tempi molto maggiore di quello che ci farebbero supporre le idee che ai dì nostri abbiamo dello stato. L'esempio delle città fu seguito dalle campagne.
      Quando le prime vittorie del popolo costrinsero i baroni a ritirarsi nelle proprie terre, il giogo feudale si aggravò'più peso sopra i miseri contadini. Venuta l'età delle libertà cittadine, ove il signore non all'orzasse il nesso feudale largheggiando di siffatte concessioni, che erano più accette quanto parevano più spontanee, que' campagnuoli che non volevano o non potevano accorrere alle città, — le quali bisognose di ingrossare le classi del popolo, aprivano le porte a quanti vi cercassero asilo — radunavansi presso una chiesa, vi fabbricavano intorno le proprie abitazioni, e si erigevano in comune con proprio statuto. Tali piccoli comuni, che come dicevamo, in quel primo periodo di nascimento dovettero essere numerosissimi, si ponevano poi sotto il patrocinio o l'impero di qualche grande città, o venivano da essa ridotti in soggezione. Se alcuno di questi che chiameremo borghi ostinavasi a rimanere fedele al proprio signore, era istigato a muoversi dagli incitamenti de' comuni liberi; i quali non solo avevano giurata guerra di esterminio alle signorie feudali, onde erano circuiti, ma in parte costretti, in parte persuasi i signori ad abitare dentro le città stesse, a domandare ed ottenere i diritti popolari, e giurare fedeltà al comune.
      I signori che eransi ascritti agli ordini dei cittadini, con


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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