Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO PRIMO. J 05
      stegno alla monarchia ; i vassalli non avevano ragione di sb-borrirlo potendo ottenere giustizia dalla fonte stessa donde la giustizia emanava sopra tutto lo stato. La qual cosa tolse ogni fomite a quell' indomabile spirito, che crebbe ognora potentissimo ne'popoli della penisola, di affrancarsi dalla tirannide feudale; e la monarchia siciliana fino dal primo suo nascere potè più che quelle di Francia, d'Inghilterra, di Germania e di Spagna, mostrarsi ordinata e vigorosa, ed empire di splendide pagine gli annali di quei tempi. A somiglianza di tutti i sovrani che volevano intorno a sè avere alti dignitari della corona, Ruggiero istituì nella sua corte gli ufficj di gran cancelliere, gran contestabile, grande ammiraglio, gran camerario, gran protonotaro, gran siniscalco; i quali congiunti ad altri insigni personaggi componevano il consiglio di stato preseduto dal re.
      Ma da siffatta preponderanza della regia autorità non si deve argomentare che egli fosse un principe assoluto. Il principato assoluto è invenzione de' tempi moderni, o per parlare più generalmente, di tutti i tempi di civiltà corrotta: un monarca a foggia di quello che i Francesi chiamano il gran re, e che i politici dicono il gran despota, è impossibile come capo di un popolo di guerrieri, i quali se volentieri in tempo di guerra gli concedono la dittatura, ristabilita la pace, lo rimettono al posto di principe di principi, capo di uguali; non mai padrone di schiavi. Il parlamento siciliano nella stessa sua infanzia era di grandissimo aiuto nel reggere la cosa pubblica; ad esso riferivasi il principe quante volte avesse a prendere gravi provvedimenti di stato; ed esso fu quello che conferì al secondo Ruggiero il titolo di re. L'autorità regia in Sicilia non aveva dunque a lottare contro numerosi e potenti nemici; ad essa non fu necessario blandire i comuni per abbassare i nobili come fecero i re di Francia: rari quindi sono gli statuti concessi alle città nel primo periodo della monarchia, quantunque si lasciassero esistere nei varj luoghi le consuetudini peculiari, e secondo le occasioni si concedessero privilegi, come richiedeva il costume di quei tempi. Con tanto vigore d'indole, libera di ostacoli interni ed esterni, la costituzione normanna potè durare e tranquillamente progredire fino a che


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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