Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      monio della corona; altre diede ai suoi commilitoni; e d'altre dotò i vescovi e i monasteri. I feudi dunque erano una donazione sovrana, non s'erano formati ne'trambusti delle guerre; non passarono per tutte le gradazioni per le quali erano passati nelle altre monarchie feudali, ma furono concessioni regie: la qual cosa rendeva i feudatari più devoti al trono. L'autorità regia che altrove non aveva mezzi con che operare regolarmente, in Sicilia operava, sviluppavasi, si consolidava. Non è memoria che in quo' primordi della monarchia, il paese fosse turbato dalle guerre private, che tenevano in perpetuo scompiglio le altre monarchie feudali. Così fino dalla fondazione del regno la natura del possesso venne definita; le terre furono divise in demaniali, baronali, ed ecclesiastiche, ed allodiali o burgensatiche, come le chiamavano, che a quanto pare, erano le terre, per ritenere le quali i Siciliani pagavano un tributo ai Saraceni, e che, abolito il tributo da Ruggero, rimasero allodiali cioè libere.
      L'autorità conceduta ai grandi baroni sopra i loro feudi era distintamente definita; essi non vi esercitavano la tale o tal' altra prerogativa se non per peculiare concessione del sovrano; il quale nelle liti che potessero insorgere tra signore e vassallo deputava giudici, specie di messi regj che deeide-yano liberamente. Verso la fine del secolo medesimo sorse contesa fra il barone di Argirò e il vescovo di Troina rispetto ai confini dei loro territori; quattro deputati regi andarono a comporla. Il barone, cui non garbava il parere de' giudici, disse che avrebbe segnati i confini con la spada. I deputati gì' imposero silenzio, decisero la lite, e come esempio inusitato registrarono nel documento la insolente risposta del barone. 4
      Il feudalismo dunque era non d'impedimento, ma di so-
      1 Questo fatto è riportato da Rosario di Gregorio nello sue Considera' zioni sopra la Storia di Sicilia , opera dove non si sa se debba più ammirarsi la squisita erudizione o la critica giudiziosa. Ad essa mi sono riferito di memoria — poiché non mi è venuto fatto in Firenze trovarne un esemplare — per le poche cose che dico nel testo intorno alla costituzione normanna della Sicilia. Se ogni provincia d'Italia avesse un lavoro speciale, diligente e compito come quello del Gregorio, la storia generale dt-lla penisola potrebbe essere scritta in guisa da appagare il desiderio de' dotti.


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Storia dei comuni italiani
Volume Primo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1864 pagine 591

   

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